Epifania in clima dimesso a Betlemme per la guerra a Gaza
In un ambiente rattristato dalla guerra tra palestinesi e israeliani nella Striscia
di Gaza, la comunità cattolica ha celebrato ieri l’Epifania, la festa dei Magi, nella
città natale di Gesù. Triste anche l’animo dei cristiani ortodossi, che oggi celebrano
il Natale nella Basilica della Natività. Il custode di Terra Santa, padre Pierbattista
Pizzaballa, è stato salutato nel suo cammino verso Betlemme, come di consueto, da
palestinesi e israeliani, ma stavolta in un silenzio sommesso. Dopo il canto del Te
Deum - rende noto l'agenzia Zenit - il parroco di Santa Caterina, fra Samuel Fahim,
si è rivolto così all’assemblea: “Quello che sta avvenendo in questi giorni nella
nostra regione è molto triste e ci fa toccare con mano quello che è scritto nel Vangelo,
quando tanti bambini innocenti sono stati massacrati”. “Ma, come a quel tempo Gesù
era in mezzo a loro, Egli lo è anche oggi. È per questo motivo che ci rivolgiamo a
Lui, supplicandolo di trasformare la nostra tristezza in gioia, e la guerra in pace”.
“È con questo spirito - ha aggiunto - che vorremmo vivere la festa dell'Epifania”.
Da parte sua, il vicario della Custodia, fra Artemio Vitores, rispondendo alle domande
dei giornalisti ha sottolineato: “Siamo passati attraverso la porta dell’umiltà, la
porta dell’umiliazione. Se lo spirito del Natale ci porta più facilmente a celebrare
il dono della Vita, oggi la situazione ci porta invece a sperimentare l’umiltà e la
debolezza di Dio che si incarna”. “Eppure, questo bambino, nato qui, in questa povertà,
è il Principe della Pace. In questi giorni - ha detto fra Artemio Vitores - ciò che
dobbiamo fare è soprattutto pregare, invocando questa pace, e non perdere la speranza”.
Nel pomeriggio, ha spiegato la Custodia, “la processione dei re Magi che portano oro
incenso e mirra al Bambino Gesù, ha radunato una moltitudine di pellegrini e cristiani
locali, che ha invocato ancora il Principe della Pace, rivelatosi alle nazioni”. (A.L.)