Brasile: critiche dei vescovi alla campagna governativa per la distribuzione di anticoncezionali
“Il governo vuole diminuire la popolazione con la distribuzione massiccia di pillole
e profilattici, invece di educare alla maturità nell’esercizio della sessualità”.
E’ quanto afferma mons. Antonio Augusto Dias Duarte, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi
di Rio de Janeiro, commentando l’iniziativa del governo brasiliano che prevede, nel
2009, la distribuzione gratuita alla popolazione di ben 1,2 miliardi di profilattici,
settanta milioni di confezioni di pillole anticoncezionali e mezzo milione delle cosiddette
pillole del “giorno dopo”. Senza analoghi precedenti nel mondo – scrive l’Osservatore
Romano - la “campagna di prevenzione dell’Aids, delle malattie veneree e delle gravidanze
indesiderate”, è stata annunciata dal ministero della Sanità. L’episcopato brasiliano
ribadisce la sua ferma posizione di fronte a tali programmi, che sarebbero suffragati
da relazioni scientifiche su allarmanti questioni demografiche nel Paese. I presuli
brasiliani – riferisce il quotidiano della Santa Sede - riaffermano il principio della
legge naturale e dell’insegnamento cristiano sulla sessualità umana, sul matrimonio
e sulla famiglia. Riaffermano, cioè, il principio di una “paternità consapevole ed
eticamente responsabile”. I vescovi del Brasile sottolineano anche che si tratta non
solo di contrastare i forti interessi economici legati all’introduzione dei metodi
contraccettivi, ma di tornare a denunciare e a contrastare una nuova rivoluzione sessuale.
Una rivoluzione che fatalmente diviene “liberazione sessuale” da ogni legge morale,
non soltanto cristiana. Tale “liberazione” ha portato ad uno scadimento del valore
della sessualità, che sembra non avere più limiti. In questo contesto, segnato dall’indebolimento
dell’istituto familiare, da rapporti promiscui e dalla crescita del numero di aborti,
è sempre più evidente lo sfilacciamento del tessuto sociale. Già nell’agosto dello
scorso anno, la Conferenza episcopale del Brasile aveva pubblicato un documento -
al termine di un congresso internazionale in difesa della vita, organizzato in collaborazione
con le Conferenze episcopali dell'America Latina - che potrebbe diventare un punto
di riferimento fondamentale per la difesa della vita nel Continente. In particolare,
il documento denuncia una serie di organizzazioni mondiali che promuovono e finanziano
la legalizzazione dell’aborto e, in sostanza, un’ideologia di morte in America Latina.
Nel testo viene presentata una lista di vari organismi, agenzie, federazioni. Si tratta
di una “rete internazionale” che promuove azioni contrarie alla difesa della vita.
I presuli brasiliani citano, in particolare, la “Dichiarazione di Aparecida in difesa
della vita”, nella quale si sottolinea che “l’aborto, chimico o chirurgico, è stato
usato dai Paesi sviluppati come strumento principale per sostenere una politica globale
di controllo della popolazione”. Il testo parla, inoltre, di “un progetto che include
la diffusione di una mentalità anti-natalista, comprendente l’imposizione degli anticoncezionali,
l’aborto legale e altri attacchi contro la vita”, all’interno di una prospettiva geopolitica
ed eugenetica per la quale, nell’ambito della lotta alla povertà, si impedisce ai
poveri “di avere una discendenza, invece di investire nello sviluppo economico”. All’interno
di questa nuova prospettiva, la contraccezione, l’aborto e anche l’eutanasia diventano
“parte di una politica demografica, integrata da una politica più ampia di globalizzazione,
che mira al monopolio economico”. (A.L.)