2009-01-07 15:55:39

Brasile: critiche dei vescovi alla campagna governativa per la distribuzione di anticoncezionali


“Il governo vuole diminuire la popolazione con la distribuzione massiccia di pillole e profilattici, invece di educare alla maturità nell’esercizio della sessualità”. E’ quanto afferma mons. Antonio Augusto Dias Duarte, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Rio de Janeiro, commentando l’iniziativa del governo brasiliano che prevede, nel 2009, la distribuzione gratuita alla popolazione di ben 1,2 miliardi di profilattici, settanta milioni di confezioni di pillole anticoncezionali e mezzo milione delle cosiddette pillole del “giorno dopo”. Senza analoghi precedenti nel mondo – scrive l’Osservatore Romano - la “campagna di prevenzione dell’Aids, delle malattie veneree e delle gravidanze indesiderate”, è stata annunciata dal ministero della Sanità. L’episcopato brasiliano ribadisce la sua ferma posizione di fronte a tali programmi, che sarebbero suffragati da relazioni scientifiche su allarmanti questioni demografiche nel Paese. I presuli brasiliani – riferisce il quotidiano della Santa Sede - riaffermano il principio della legge naturale e dell’insegnamento cristiano sulla sessualità umana, sul matrimonio e sulla famiglia. Riaffermano, cioè, il principio di una “paternità consapevole ed eticamente responsabile”. I vescovi del Brasile sottolineano anche che si tratta non solo di contrastare i forti interessi economici legati all’introduzione dei metodi contraccettivi, ma di tornare a denunciare e a contrastare una nuova rivoluzione sessuale. Una rivoluzione che fatalmente diviene “liberazione sessuale” da ogni legge morale, non soltanto cristiana. Tale “liberazione” ha portato ad uno scadimento del valore della sessualità, che sembra non avere più limiti. In questo contesto, segnato dall’indebolimento dell’istituto familiare, da rapporti promiscui e dalla crescita del numero di aborti, è sempre più evidente lo sfilacciamento del tessuto sociale. Già nell’agosto dello scorso anno, la Conferenza episcopale del Brasile aveva pubblicato un documento - al termine di un congresso internazionale in difesa della vita, organizzato in collaborazione con le Conferenze episcopali dell'America Latina - che potrebbe diventare un punto di riferimento fondamentale per la difesa della vita nel Continente. In particolare, il documento denuncia una serie di organizzazioni mondiali che promuovono e finanziano la legalizzazione dell’aborto e, in sostanza, un’ideologia di morte in America Latina. Nel testo viene presentata una lista di vari organismi, agenzie, federazioni. Si tratta di una “rete internazionale” che promuove azioni contrarie alla difesa della vita. I presuli brasiliani citano, in particolare, la “Dichiarazione di Aparecida in difesa della vita”, nella quale si sottolinea che “l’aborto, chimico o chirurgico, è stato usato dai Paesi sviluppati come strumento principale per sostenere una politica globale di controllo della popolazione”. Il testo parla, inoltre, di “un progetto che include la diffusione di una mentalità anti-natalista, comprendente l’imposizione degli anticoncezionali, l’aborto legale e altri attacchi contro la vita”, all’interno di una prospettiva geopolitica ed eugenetica per la quale, nell’ambito della lotta alla povertà, si impedisce ai poveri “di avere una discendenza, invece di investire nello sviluppo economico”. All’interno di questa nuova prospettiva, la contraccezione, l’aborto e anche l’eutanasia diventano “parte di una politica demografica, integrata da una politica più ampia di globalizzazione, che mira al monopolio economico”. (A.L.)







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