A Panama si concluderanno domani i lavori dell’Assemblea episcopale
Con una concelebrazione eucaristica nella cattedrale metropolitana di Città di Panamá,
l'episcopato locale concluderà domani i lavori dell'assemblea plenaria. La riunione
si è aperta lunedì scorso con l’obiettivo di definire gli ultimi preparativi del lancio
della Missione continentale, fissato per la prima domenica della Quaresima nella città
di Atalaya. Secondo il vescovo di David, mons. José Luis Lacunza Maestrojuán, presidente
della Conferenza episcopale, la Messa “sarà una preghiera corale dell'intera nazione
per chiedere pace e riconciliazione”. I presuli, oltre ad analizzare l'andamento dei
piani pastorali nelle singole diocesi - dove da quasi due anni si lavora per applicare
gli orientamenti del documento di Aparecida - tracceranno le linee del coordinamento
ecclesiale per il 2009. Mons. José Luis Lacunza Maestrojuán ha anche confermato che
sarà analizzata la delicata e complessa situazione nazionale, con particolare riferimento
ad alcuni preoccupanti fenomeni. Tra questi, particolare rilievo verrà dato alle conseguenze
della crisi economica e sociale e della crescita galoppante dei prezzi del cibo. Un
altro fenomeno allarmante è l’ondata di violenza che ha colpito alcuni settori urbani.
I vescovi panamensi sono anche preoccupati per l'imminente campagna elettorale che
porterà i cittadini ad elezioni generali, il prossimo 3 maggio. Si voterà per il rinnovo
del presidente della Repubblica che dovrà subentrare al capo di Stato uscente, Martin
Torrijos Espino, del "Partido Revolucionario Democrático" (Prd). La stampa locale
ha sottolineato che ’opinione pubblica e i cattolici attendono con molto interesse
il documento conclusivo della plenaria episcopale, poiché in un momento di grande
smarrimento, occorrono orientamenti al di sopra delle parti. Il popolo panamense,
con l’avvicinarsi della consultazione elettorale, ha visto crescere gli antagonismi:
tutto, infatti, sembra polarizzarsi in funzione del candidato presidenziale che si
desidera votare. Questa contrapposizione ha impedito, giorni fa, la firma di un “Patto
etico” sostenuto dai vescovi panamensi e da numerose organizzazioni sociali, sindacali,
imprenditoriali e culturali. Il Patto aveva lo scopo di garantire una campagna politica
serena e trasparente. Aveva come obiettivo anche quello di assicurare l’impegno, da
parte di tutti i candidati, ad accettare lealmente i risultati. Per il momento, i
partiti dell’opposizione hanno rifiutato la firma del documento chiedendo delle garanzie
al governo del presidente uscente: in particolare, chiedono che l’ex capo di Stato
non intervenga nella campagna e che non siano prese misure per favorire alcuni candidati.
Si chiede anche che siano resi pubblici tutti i dati personali dei candidati, in particolare
quelli economici e patrimoniali. Mons. José Dimas Cedeño Delgado, vice presidente
dell’episcopato e arcivescovo della città di Panamá, ha lamentato questa situazione
augurandosi che si tratti “solo di un rinvio”. “Voglio ricordare - ha aggiunto il
presule - che la firma di questo Patto può rappresentare un segnale molto positivo
per tutti, per il Paese, per gli elettori e per l’opinione pubblica internazionale”.
I vescovi panamensi torneranno sulla questione del Patto: mons. Lacunza ha affermato
infatti che si parlerà dei principi fondamentali per le scelte dei cattolici, quando
con discernimento si dovranno valutare i vari programmi. (A cura di Luis Badilla)