In corso l'Assemblea episcopale della Repubblica Dominicana. Al termine sarà pubblicata
una Lettera pastorale
Seguendo la tradizione, la Conferenza episcopale della Repubblica Dominicana, nelle
vicinanze della festa de “Nuestra Señora de la Altagracia” (21 gennaio), Patrona del
Paese, si è riunita in assemblea plenaria per analizzare la situazione ecclesiale,
socio-economica e culturale dell’isola caraibica. La segreteria dell'episcopato ha
anticipato che, come ogni anno, i vescovi indirizzeranno ai cattolici dominicani,
al termine dell'incontro che durerà diversi giorni, una Lettera pastorale. L'agenda
di lavoro dei presuli è molto impegnativa poiché, nella cornice della Missione continentale
in corso in tutta l'America Latina, valuterà l’evoluzione del III Piano pastorale
e gli obiettivi prefissati nella Lettera episcopale del 2007. Questa si focalizzò
sul fatto che “pochi cristiani dominicani assumono i valori cristiani dell'identità
culturale nazionale e sentono in modo impellente il bisogno di un forte impegno ecclesiale
ed evangelizzatore”. I vescovi dominicani anche quest'anno torneranno a riflettere
sulla grande “questione della crisi di valori che colpisce la società” dell'isola
caraibica, presente, per molti aspetti, anche in altre nazioni vicine o confinanti,
come Haiti, Cuba, Puerto Rico e Giamaica. Tale crisi, hanno scritto i presuli nella
Lettera dell'anno scorso, comporta “una incoerenza tra la fede che si dichiara di
professare e i comportamenti nella vita di ogni giorno” e comporta che, “nel mondo
del lavoro, della politica, dell'economia, dell'arte, della letteratura e delle comunicazioni
sociali, i criteri evangelici sono assenti". I vescovi della Repubblica Dominicana,
tra cui il presidente dell’episcopato, cardinale Nicolás de Jesús López Rodríguez,
arcivescovo della capitale Santo Domingo, si occuperanno anche della crisi sociale
ed economica con particolare riferimento all’amministrazione della giustizia, che
a volte sembra incapace di far fronte alla crescente violenza urbana legata alle bande
malavitose e al narcotraffico, oltre che alla corruzione, fenomeno più volte denunciato
in questi ultimi mesi. L’episcopato segue con attenzione speciale l’evolversi della
crisi internazionale che colpisce gravemente la debole economia dominicana, in gran
parte dipendente dalle esportazioni, soprattutto dello zucchero di canna. In quest’ambito
si pone ancora una volta e sarà discusso nella plenaria, la delicata questione delle
popolazioni haitiane che migrano in massa, clandestinamente, per lavorare nel taglio
della canna, “la zafra”, e che spesso rimangono intrappolate in situazioni infernali
di sfruttamento medievale e senza nessun diritto. Dall’altra parte, questi flussi
migratori selvaggi pongono problemi di ordine pubblico e di convivenza sociale con
i dominicani, dando origine spesso a episodi di razzismo e di violenza xenofoba. Nel
2007, in occasione della visita ad Limina dei presuli dominicani, Benedetto
XVI, citando il motto del Terzo Piano di Pastorale “Discepolo del Signore, accoglie
chi è vicino e cerca chi è lontano”, sottolineava: questa sfida “ha una vasta proiezione
nel complesso campo della migrazione che coinvolge tante famiglie. Sforzatevi di assistere
i gruppi di dominicani all'estero, ma vi invito anche di tutto cuore ad assistere
con grande carità, come già state facendo, gli immigrati haitiani che hanno lasciato
il proprio Paese alla ricerca di migliori condizioni di vita per loro e per le proprie
famiglie. Sono lieto di constatare che avete già stabilito contatti con i fratelli
vescovi di Haiti per cercare di alleviare la situazione di povertà, e persino di miseria,
che offende la dignità di tante persone di questa nazione sorella. Nel vostro ministero
episcopale, molte di queste sfide pastorali sono strettamente legate all'evangelizzazione
della cultura, la quale deve promuovere i valori umani ed evangelici in tutta la loro
integrità”. (A cura di Luis Badilla)