2009-01-04 14:26:34

Truppe israeliane a Gaza. L'Ue: si aprano corridoi umanitari


“Non vogliamo tornare a occupare, ma le operazioni potrebbero durare a lungo”: così Israele nel giorno seguente l’entrata dei carri armati dell’esercito nella Striscia di Gaza. I morti sarebbero almeno 500. L’Unione europea lancia un appello affinché venga assicurato “uno spazio umanitario” per distribuire gli aiuti alla popolazione. Nei combattimenti di oggi, è morto un soldato israeliano, mentre una famiglia palestinese di 5 persone è stata sterminata da un colpo di un carroarmato. Sentiamo Graziano Motta
 

 
L’esercito israeliano è quindi avanzato molto velocemente nei territori controllati da Hamas. Sull’efficacia e sulla durata della seconda fase dell’operazione “Piombo fuso” Marco Guerra ha raccolto il commento di Camille Eid, giornalista di Avvenire esperto di questioni mediorientali: 00:03:15:72


R. Per quanto riguarda la durata, l’esercito israeliano ha detto che durerà parecchi giorni; invece circa l’efficacia bisognerà aspettare almeno la fine del primo giorno di questa offensiva terrestre per vedere se l’esercito israeliano è riuscito raggiungere almeno uno degli obiettivi primari della sua offensiva, che è quello di occupare le zone di lancio dei missili Qassam o Grad, verso le città degli insediamenti israeliani. Se l’esercito israeliano impiegherà molti più giorni del previsto vuol dire che questo obiettivo non è stato raggiunto.

 
D. – I movimenti dell’esercito israeliano lasciano comunque intendere che sia un’offensiva preparata da molto tempo...

 
R. – I bombardamenti dei primi giorni preannunciavano questa offensiva terrestre. Il piano di rioccupazione di Gaza, oppure del martellamento di zone precise, come i ministeri, gli uffici della sicurezza, era già pianificato almeno da mesi e ovviamente si aspettata il casus belli che è stato la fine della tregua di 6 mesi annunciata da Hamas.

 
D. – Da parte di Hamas si prevede una resistenza "fino all’ultima goccia di sangue" come annunciato da un portavoce del movimento?

 
R. – Le intenzioni sono queste. Adesso bisognerebbe aspettare per vedere se ci sarà una replica di quello che è successo nel Sud del Libano nell’estate del 2006, nel senso che l’avanzata israeliana nel Sud del Libano è stata difficoltosa e molto costosa fino all’ultimo giorno. Qui Hamas intende effettivamente dimostrare la sua efficacia e dimostrare che è in grado di provocare delle perdite simili a quelle subite dagli israeliani nel Sud del Libano. Finora non è successo questo, bisognerà aspettare ancora qualche ora per vedere se c’è una resistenza a questa avanzata.

 
D. – Mubarak ha mobilitato truppe anche al Nord di Israele, proprio al confine con il Libano. Perché?

 
R. – Perché teme, ovviamente, l’apertura di un secondo fronte e questo sarebbe veramente grave perché vuol dire che si rimescolano le carte a livello mediorientale. Escludo per ora un coinvolgimento degli Hezbollah: ovviamente c’è il rischio che nella mischia vengano coinvolti anche membri o simpatizzanti di Al Qaeda che sono comunque presenti nel territorio del Libano del Sud, e allora ovviamente bisognerebbe prendere in considerazione una dura reazione israeliana a questa eventualità.

 
D. – Di fronte a questo nuovo attacco si ripetono le divisioni in seno all’Unione Europea e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. A questo punto che peso può avere la diplomazia internazionale?

 
R. - Le divisoni sono da ricondurre alla presenza di due governi palestinesi, nel senso che da una parte gli Stati europei vorrebbero dare il loro sostegno o criticano soprattutto l’operazione sproporzionata da parte israeliana, ma dall’altra alcuni Stati europei criticano anche la gestione del potere condotta da Hamas nella Striscia di Gaza. Gli stessi Paesi arabi sono presi tra l’incudine e il martello: da una parte appoggiare la popolazione civile, ma dall’altra non vorrebbero sostenere, indirettamente, questo governo di Hamas

 
D. – In molte città di tutto il mondo migliaia di musulmani hanno animato manifestazioni di piazza. Queste azioni di guerra che reazioni potranno provocare nel mondo arabo e islamico?

 
R. – C’è da aspettarsi un incremento di queste manifestazioni. Ieri anche in Italia ci sono state delle manifestazioni di appoggio. Devo dire però che la conduzione di questa manifestazione non sono convincenti a livello di slogan perché essendo piuttosto di stampo islamico non hanno nessuna possibilità di riscuotere la simpatia di chi invece vuole difendere la popolazione civile dai bombardamenti e non ovviamente presentare la soluzione come fosse l’esercito di Maometto che vuole vendicarsi degli ebrei come ho avuto occasione di sentire a Milano.







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