2009-01-04 14:40:31

Convegno nazionale sulle vocazioni a Roma


La sinergia tra la pastorale giovanile e quella familiare per costruire un sistema integrato di interscambio tra esperienze vocazionali. È una delle sfide emerse dal convegno del Centro nazionale vocazioni, dal titolo “So a chi ho dato la mia fiducia. Scelte vocazionali tra paure e fiducia”. La tavola rotonda si è aperta ieri a Roma e si concluderà domani. Al microfono di Alessandra De Gaetano ascoltiamo don Nico Dal Molin direttore del Centro: RealAudioMP3


R. - Il tema del convegno riprende una frase che San Paolo scrive all’amico Timoteo: “So a chi ho dato la mia fiducia”. Fiducia è l’iniziativa di Dio nel chiamare, fiducia anche nella risposta da parte dei cuori dei giovani di dire il loro sì.

 
D. – La vocazione sacerdotale o matrimoniale rappresenta una scelta importante…

 
R. – Credo che oggi il tema della scelta rappresenti una delle fatiche, uno degli ostacoli più forti da superare, perché scelta vuol dire un impegno di totalità, di radicalità, soprattutto di fedeltà: questo spaventa la cultura contemporanea. Vivere la fiducia vuol dire avere, non la certezza, ma la speranza dentro al cuore che Qualcuno cammina con loro. Li accompagna e li aiuta a superare anche gli eventuali momenti di smarrimento che ci sono nella vita di ciascuno.

 
D. – Il convegno si è ispirato alla vita di San Paolo. Quali tratti lo rendono una guida vocazionale?

 
R. – San Paolo fa da figura di collegamento di tantissime attività pastorali. Paolo è un grande comunicatore, un grande annunciatore. Lo è a parole perché ha avuto la capacità di tradurre un messaggio e di farlo diventare un messaggio missionario annunciando Gesù in una realtà che non lo conosceva minimamente. Lo è con la vita perché ha sfidato con i suoi viaggi l’impossibile, dovremmo dire. Lo è poi perché Paolo ha questa capacità di accompagnare le persone. Le figure di Timoteo, di Tito e anche la coppia di Aquila e Priscilla sono persone che lui aiuta a crescere nella fede e nel senso della loro vita, quindi a rispondere alla loro chiamata.

 
D. – Un momento particolare questa sera all’interno della Veglia di preghiera per ricordare le persecuzioni dei cristiani nel mondo, in particolare nell’Orissa…

 
R. – E’ previsto un momento molto specifico, quando noi faremo la veglia vocazionale e ricorderemo queste comunità che vivono la sofferenza di una testimonianza.

 
D. – Quale sfida si pone questo Convegno?

 
R. – E’ la sfida di far passare un messaggio positivo. Il tema della fiducia è già una sfida notevole per vedere con uno sguardo diverso dall’idea della crisi e dall’idea della lamentazione, per vedere questa realtà della ricerca del senso della vita e dell’annuncio del Vangelo della vocazione.







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