Honduras: il cardinale Rodríguez Maradiaga chiude le 40 ore di preghiera e digiuno
per la pace e la solidarietà
In Honduras, presso la cattedrale metropolitana di Tegucigalpa, molti fedeli si sono
dati appuntamento la notte dell’ultimo dell’anno per 40 ore di preghiera e digiuno
e per chiedere al Signore "pace, speranza e solidarietà, urgenti e necessarie per
affrontare le sfide del nuovo anno". Il cancelliere dell'arcidiocesi, padre Carlomagno
Núñez ha osservato: "Si tratta di un esercizio dell'anima per crescere insieme nella
cultura della vita e dell'amore". Parole che sono risuonate alle 5 del mattino nell'omelia
del cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga che ha commentato il messaggio del
Papa: "Combattere la povertà, costruire la pace; l'importanza di saper far crescere
dentro ciascuno di noi la presenza dell'altro, in particolare del più debole e bisognoso".
Poi, il porporato ha chiuso le lunghe ore di preghiera ricordando che "per avvicinarci
alla pace dobbiamo rinunciare alla nostra cattiva disposizione, in favore di propositi
di giustizia vera, poiché solo così potremo raggiungere la pace con Dio, con il Creato,
con gli altri e con noi stessi". “Perciò in quest'ora chiediamo al Signore – ha aggiunto
- che ci benedica soprattutto con la sua pace". L’arcivescovo di Tegucigalpa, riflettendo
sulla vita e le minacce che l’insidiano, ha rilevato che “molti comportamenti delle
società moderne sviliscono il senso profondo di questo dono di Dio, trasformandolo
in condotte di morte”. Tra questi atteggiamenti, il porporato ha citato in particolare
la violenza nel mondo e naturalmente nel suo Paese: questione della quale si occupa
da molto tempo. A metà dell’anno scorso, l’arcivescovado della capitale honduregna
ha lanciato una campagna pastorale contro le tante violenze che la popolazione patisce,
in particolare i sequestri, in aumento negli ultimi tempi: nel 2008 sono stati oltre
40 e in almeno 17 casi si è trattato di vittime al di sotto dei 15 anni. Dall’altra
parte anche gli omicidi, a volte per motivi banali, soprattutto tra bande giovanili
rivali (le cosiddette “maras”), sono aumentati passando da 2000 a 3418 nell’ultimo
anno. “Questa realtà - ha osservato il cardinale Rodríguez Maradiaga - ci dimostra
quanto grave sia tra noi il problema della violenza, e quanto ancora più pericolose
siano le sue conseguenze nella misura in cui rafforzano la cultura della morte”. Infine,
il porporato ha ricordato, sottolineando quanto ribadito dal Santo Padre in questi
giorni, la violenza in Terra Santa: “In questi momenti di digiuno e di preghiera dobbiamo
tenere presente tutti coloro che in diverse parti del mondo vivono in mezzo alle violenze,
in particolare le vittime di conflitti armati, come accade ora in Israele e nei territori
palestinesi come la Striscia di Gaza”. (A cura di Luis Badilla)