Concluso l'Incontro europeo dei giovani promosso dalla Comunità di Taizé a Bruxelles
Preghiera, canti, comunione. Sono i momenti che hanno scandito il 31.mo Incontro europeo
dei giovani organizzato dalla comunità di Taizé, che si è concluso ieri a Bruxelles.
Dal 29 dicembre i circa 40 mila giovani provenienti da tutto il mondo che hanno preso
parte a questa riunione, sono stati ospitati dalle famiglie della zona. Durante l'evento
è stata resa nota la “Lettera dal Kenya” del priore della comunità di Taizè, frère
Aloise, che ha raccolto le esperienze del recente incontro dei giovani di Taizé a
Nairobi. Il prossimo raduno si svolgerà tra un anno a Poznan, in Polonia. Ma quale
l’esperienza più importante dell'Incontro a Bruxelles? Debora Donnini lo ha
chiesto allo stesso frère Alois:
R. –
Forse la cosa più importante è stata l’esperienza dell’ospitalità; questa è un’esperienza
di Chiesa, e c’era una grande gioia durante l’incontro, e i giovani hanno trovato
– e penso anche gli abitanti di Bruxelles – una speranza con quest’esperienza di comunione
profonda, e questo rimane un segno che la Chiesa vive.
D.
– Quali sono stati i momenti più importanti a livello di preghiera e di riflessione?
R.
– Le preghiere nel grande padiglione dell’esposizione; forse sono questi i grandi
momenti di silenzio, dove essere tutti insieme - 40 mila persone – in silenzio per
alcuni minuti, pregando anche per le sofferenze nel mondo, in Medio Oriente, per tutte
le situazioni dove la gente soffre.
D. – Qual è il
messaggio che Lei ha voluto dare con la lettera dal Kenya?
R.
– Il messaggio centrale è che dobbiamo cercare la sorgente della fede; oggi non possiamo
rinnovare la società e anche la Chiesa se non viviamo vicino a Cristo, in una comunione
personale con il Cristo: questo ci dà la pace del cuore e può dare anche la pace all’umanità.
D.
– Bruxelles è stato un incontro nel cuore dell’Europa; in questo senso, che messaggio
avete voluto dare?
R. – Abbiamo pubblicato un messaggio
all’Unione Europea per un’Europa aperta e solidale, e forse è importante, oggi, mettere
insieme due cose: i giovani e le istituzioni.