2009-01-02 14:28:46

Il 2009 Anno internazionale dell'Astronomia: la riflessione di padre Funes, direttore della Specola Vaticana


L’ONU ha dichiarato il 2009 Anno internazionale dell’Astronomia per celebrare il 400.mo anniversario delle prime osservazioni astronomiche che Galileo Galilei realizzò nel 1609, puntando il suo cannocchiale verso il cielo. Sarà un’occasione non solo per illustrare i contributi multidisciplinari dell’astronomia al cammino dell’umanità, ma anche per approfondire i legami tra scienza e fede oggi, proprio partendo dal dibattito innescato dal cosiddetto caso Galileo. Sull’importanza che queste celebrazioni assumono dal punto di vista della Chiesa, Fabio Colagrande ha sentito il gesuita padre José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana:RealAudioMP3


R. - In questo anno, ricordiamo i 400 anni delle prime osservazioni astronomiche di Galileo con il cannocchiale. Questo penso che per la Chiesa sia un’occasione ottima, da una parte, per comunicare meglio il suo impegno per le scienze, in particolare per l’astronomia, e dall'altra per parlare di altri argomenti più pastorali o religiosi, perchè la contemplazione della bellezza dell’universo ci fa capire meglio la bellezza del Creatore.

 
D. - L’astronomia è una scienza che avvicina alla fede, secondo lei?

 
R. - Penso che possa aiutare ad avvicinare alla fede. Questa conoscenza che abbiamo oggi della posizione della Terra nell’Universo - un piccolo pianeta che gira intorno al Sole, che è la nostra stella più vicina, in un Universo di 100 miliardi di galassie - ci fa capire meglio la nostra fragilità, come dipendiamo dal Creatore nel nostro essere.

 
D. - La Chiesa ha sempre promosso l’astronomia, eppure viene molto spesso accusata, ancora oggi, di oscurantismo. Perché secondo lei?

 
R. - In parte, questo fatto può avere le sue radici nel "caso Galileo", ed in parte forse per la mancanza di comunicazione da parte nostra di tutto l’impegno che la Chiesa ha per le scienze e di come, storicamente, molte delle scienze sono state ai loro inizi legate alla Chiesa.

 
D. - A proposito del "caso Galileo", recentemente il cardinale Bertone ha parlato di lacune di uomini di Chiesa legati alla mentalità dell’epoca. Che conflitto ci fu?

 
R. - Come diceva già Giovanni Paolo II, in quel famoso discorso all’Accademia Pontificia nel ’98, ci sono due conflitti nel "caso Galileo". Il primo, riguarda l’interpretazione della Bibbia, come dobbiamo leggere la Bibbia: non si può certamente leggere in un modo letterale. In questo senso, Galileo ci aiutò a capire meglio. D’altra parte, fu un conflitto pastorale, nel senso che anche questo ci può aiutare nel futuro, ogni volta che viene fuori una nuova idea scientifica o una sfida culturale alla quale noi non siamo preparati. Quello che diceva Giovanni Paolo II è molto importante, perché lui ricordava che il pastore deve, da una parte, essere attento e prudente e, dall’altra, deve essere anche audace per poter dare una risposta adeguata alle nuove sfide.







All the contents on this site are copyrighted ©.