2009-01-02 15:16:39

Europa al sicuro dalla "guerra del gas" russo-ucraina


Il 2009 ripropone lo scenario della cosiddetta “guerra del gas” nei rapporti tra Russia e Ucraina. Mosca ha bloccato le forniture a Kiev e nessun accordo è stato raggiunto sui nuovi contratti di fornitura del metano. Nonostante la nuova crisi, il governo ucraino ha rassicurato i vertici europei che non vi saranno ricadute sulle forniture destinate all’Unione europea. A Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio della Commissione europea a Milano, Stefano Leszczynski ha chiesto come si stia muovendo l’Europa comunitaria sul fronte energetico: RealAudioMP3
R. - La priorità della politica europea è quella di ridurre il più possibile la dipendenza energetica, e quindi aumentare la sicurezza di approvvigionamento, e questo fa parte anche di molte misure del cosiddetto “pacchetto energia 20-20-20”.
 
D. - Abbiamo sentito parlare, anche recentemente, di possibili nascite di cartelli energetici, ad esempio, per quanto riguarda l’estrazione di gas. E' una situazione, questa, che può far paura all’Europa?
 
R. - Assolutamente sì, nel senso che in questo modo la nostra dipendenza, se non reagiamo, tenderà ad aumentare, soprattutto per Paesi come l’Italia che importano moltissimo gas e petrolio. Siamo soggetti, quindi, alle mosse esterne. E' anche un problema di sovranità, è anche un limite alla nostra sovranità: alla fine, dipendiamo da chi si può mettere d’accordo e limitarci e via dicendo. Siamo sotto ricatto, in sostanza.
 
D. - Una delle strade possibili era, qualche tempo fa, quella delle politiche euromediterranee: è ancora percorribile?
 
R. - Sicuramente quella è una delle politiche, nel senso che tutte le relazioni economiche esterne dell’Unione Europea hanno una componente di politica energetica sempre più importante. Così, anche la nostra politica di vicinato e la politica euromediterranea ha, tra le sue priorità, proprio quella di garantirci un miglior approvvigionamento dai Paesi della sponda sud del Mediterraneo.
 
D. - Gli obiettivi sono quelli che guardano alle energie alternative, o siamo ancora ancorati ai vecchi sistemi energetici?
 
R. - Ci sono tanti strumenti. Sicuramente, le energie alternative e il risparmio energetico, con i target molto ambiziosi che si è fissata l’Unione Europea e sui quali si è trovato un accordo all’ultimo Consiglio europeo, sono lo strumento principale. Però, anche la diversificazione dell’approvvigionamento - cioè nuove paiplain, riclassificatori, una migliore interconnessione tra le reti europee - sono strumenti importantissimi.
 
D. - Gli obiettivi dell’Unione Europea sono molto chiari. Com’è la risposta da parte degli Stati che poi, in ultima analisi, sono quelli che realizzano le politiche europee?
 
R. - Devo dire positiva, perché si è trovato un accordo molto difficile, anche grazie alla presidenza francese, e anche l’Italia mi sembra abbia dato un contributo positivo. Quindi, a questo punto, possiamo dire che è iniziata l’attuazione del pacchetto energia.
 
D. - Nel giro di qualche anno, insomma, l’Europa potrebbe iniziare a star tranquilla...
 
R. - Stare tranquilla, direi che ci vorrà un bel po’ di tempo. Però ci siamo incamminati nella giusta direzione.







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