Il vescovo di Viterbo, Lorenzo Chiarinelli, guida la marcia della pace di fine anno
nella sua diocesi. Intervista con il presule
Un invito a costruire la pace a partire dalla propria realtà cittadina e diocesana.
Arriva da Viterbo, dove, in vista della Giornata mondiale della pace del prossimo
primo gennaio, oggi alle 18 avrà inizio la tradizionale marcia, ispirata al messaggio
del Papa dal titolo “Combattere la povertà, costruire la pace”: Dalla Chiesa di San
Francesco il corteo raggiungerà la Chiesa di sant’Angelo in Spata, dove i fedeli si
riuniranno per un momento di preghiera: un momento per educare ai valori della solidarietà
e dell’accoglienza. Al microfono di Claudia Di Lorenzi lo sottolinea mons.
Lorenzo Chiarinelli, vescovo di Viterbo, che presiederà l’incontro:
R. - Vogliamo
cogliere quest’aspirazione della pace, ma poi consegnare il messaggio del Santo Padre:
il Papa si rivolge ai costruttori di pace. Credo ci sia bisogno di "costruire" i costruttori
di pace, formare le coscienze, coinvolgere le giovani generazioni. In un mondo così
spesso dilaniato e conflittuale, la pace rimane un compito ineludibile.
D.
- Quali le iniziative nella diocesi di Viterbo per aiutare i poveri?
R.
- La realtà viterbese, in questo, è quantomai generosa: ci sono 62 associazioni di
volontariato. Noi, come realtà di Chiesa, abbiamo una mensa quotidiana per i poveri,
e aumentano coloro che hanno bisogno di un pasto quotidiano, nel territorio, non solo
fra gli immigrati, ma anche fra le persone residenti. Abbiamo una piccola struttura
per alloggiare chi si trova in situazioni difficili, abbiamo una casa per le ragazze
madri e due centri per le tossicodipendenze. La globalizzazione può essere anche un’evasione,
perché dal globale dimentica il locale, e allora occorre essere dentro il territorio,
non solo dare un aiuto, ma dare speranza.
D. - La
marcia coinvolgerà anche molti immigrati, e quindi anche persone con fedi diverse...
R.
- La presenza degli immigrati cresce, però non ci sono, nel territorio, conflittualità
particolari. C’è rispetto, collaborazione, perché ci sono alcuni valori sui quali
ci si ritrova, ma ci sono degli obiettivi intorno ai quali è necessario ritrovarsi.
Il discorso di una pace che colga le diverse realtà presenti nel mondo nasce da come
i piccoli e i grandi, e coloro che sono di altra religione, possano in qualche modo
convergere.
D. - Quali eventi segneranno in particolare
il 2009 per la Chiesa viterbese?
R. - Nel 2009 avremo
anche un grande appuntamento: la visita del Santo Padre in settembre. E allora il
cammino guarda a quel momento: nell’educazione alla fede, nella crescita dell’appartenenza
ecclesiale. L’impegno - anche con le istituzioni e con tutta la società civile - è
quello di far si che le esperienze già in atto vengano ad essere solidificate.