2008-12-30 14:53:56

Il vescovo di Viterbo, Lorenzo Chiarinelli, guida la marcia della pace di fine anno nella sua diocesi. Intervista con il presule


Un invito a costruire la pace a partire dalla propria realtà cittadina e diocesana. Arriva da Viterbo, dove, in vista della Giornata mondiale della pace del prossimo primo gennaio, oggi alle 18 avrà inizio la tradizionale marcia, ispirata al messaggio del Papa dal titolo “Combattere la povertà, costruire la pace”: Dalla Chiesa di San Francesco il corteo raggiungerà la Chiesa di sant’Angelo in Spata, dove i fedeli si riuniranno per un momento di preghiera: un momento per educare ai valori della solidarietà e dell’accoglienza. Al microfono di Claudia Di Lorenzi lo sottolinea mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo di Viterbo, che presiederà l’incontro:RealAudioMP3

R. - Vogliamo cogliere quest’aspirazione della pace, ma poi consegnare il messaggio del Santo Padre: il Papa si rivolge ai costruttori di pace. Credo ci sia bisogno di "costruire" i costruttori di pace, formare le coscienze, coinvolgere le giovani generazioni. In un mondo così spesso dilaniato e conflittuale, la pace rimane un compito ineludibile.

 
D. - Quali le iniziative nella diocesi di Viterbo per aiutare i poveri?

 
R. - La realtà viterbese, in questo, è quantomai generosa: ci sono 62 associazioni di volontariato. Noi, come realtà di Chiesa, abbiamo una mensa quotidiana per i poveri, e aumentano coloro che hanno bisogno di un pasto quotidiano, nel territorio, non solo fra gli immigrati, ma anche fra le persone residenti. Abbiamo una piccola struttura per alloggiare chi si trova in situazioni difficili, abbiamo una casa per le ragazze madri e due centri per le tossicodipendenze. La globalizzazione può essere anche un’evasione, perché dal globale dimentica il locale, e allora occorre essere dentro il territorio, non solo dare un aiuto, ma dare speranza.

 
D. - La marcia coinvolgerà anche molti immigrati, e quindi anche persone con fedi diverse...

 
R. - La presenza degli immigrati cresce, però non ci sono, nel territorio, conflittualità particolari. C’è rispetto, collaborazione, perché ci sono alcuni valori sui quali ci si ritrova, ma ci sono degli obiettivi intorno ai quali è necessario ritrovarsi. Il discorso di una pace che colga le diverse realtà presenti nel mondo nasce da come i piccoli e i grandi, e coloro che sono di altra religione, possano in qualche modo convergere.

 
D. - Quali eventi segneranno in particolare il 2009 per la Chiesa viterbese?

 
R. - Nel 2009 avremo anche un grande appuntamento: la visita del Santo Padre in settembre. E allora il cammino guarda a quel momento: nell’educazione alla fede, nella crescita dell’appartenenza ecclesiale. L’impegno - anche con le istituzioni e con tutta la società civile - è quello di far si che le esperienze già in atto vengano ad essere solidificate.







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