Benedetto XVI all’Angelus chiede un "sussulto di umanità" per riportare la pace in
Terra Santa. La riflessione dedicata alla Festa della Santa Famiglia. Intervista con
il cardinale Canizares sul raduno delle famiglie a Madrid
Basta all’infinita scia di sangue che tormenta la Terra Santa. L’Angelus di questa
mattina ha visto Benedetto XVI rivolgere un intenso appello alla pace per il medio
Oriente, dopo il cruento bombardamento israeliano di ieri che ha provocato una grave
strage nella striscia di Gaza. Le parole del Papa sono state levate alla fine della
preghiera mariana in piazza San Pietro, preceduta - come di consueto alla fine dell’anno
- da un pensiero del Pontefice sulla Santa Famiglia, della quale oggi si celebra la
festa liturgica. Alla folla di genitori e bambini che, contemporaneamente all’Angelus,
aveva affollato la centralissima Plaza de Colón di Madrid per la festa della famiglia
organizzata dalla chiesa spagnola, Benedetto XVI ha rivolto un particolare invito
a non lasciare indebolire i valori tipici dell’amore e del’apertura alle vita. Il
servizio di Alessandro De Carolis:
La Terra
che vide venire al mondo Gesù, all’interno di una famiglia semplice e straordinaria
insieme, è da ieri teatro di una nuova carneficina. Le immagini di cruda violenza
rimbalzate sui media e sui siti web di tutto il mondo hanno provocato all’Angelus
la reazione addolorata di Benedetto XVI, che aveva iniziato la sua riflessione parlando
dell’amore modello della Famiglia di Nazareth. Un Papa scosso dalle vittime, dalle
“sofferenze” e dalle “lacrime” delle popolazioni, coinvolte in quello che ha definito
un “tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie”, ha poi esclamato: “La
patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento
di sangue, che si ripete senza fine! Imploro la fine di quella violenza, che è da
condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia
di Gaza; chiedo un sussulto di umanità e di saggezza in tutti quelli che hanno responsabilità
nella situazione, domando alla comunità internazionale di non lasciare nulla di intentato
per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire da questo vicolo cieco e a non rassegnarsi
- come dicevo due giorni fa nel messaggio Urbi et Orbi - alla
logica perversa dello scontro e della violenza, ma a privilegiare invece la via del
dialogo e del negoziato”. Accorate come non mai,
queste parole sono state suggellate da una invocazione di pace levata dal Papa alla
Famiglia di Nazareth, alla quale il Pontefice aveva dedicato il pensiero d'avvio dell’Angelus.
Il Natale è una festa della famiglia come nessun’altra. Ma il Natale, ha osservato
Benedetto XVI, è anche un momento nel quale il desiderio di riunirsi tra persone care
amplifica spesso “il disagio e il dolore causati da certe ferite familiari”. A chi
guardare per superare tutto ciò? Per i cristiani nessun dubbio, alla famiglia “per
eccellenza”: “La famiglia di Gesù merita davvero il titolo
di “santa”, perché è tutta presa dal desiderio di adempiere la volontà di Dio, incarnata
nell’adorabile presenza di Gesù. Da una parte, è una famiglia come tutte e, in quanto
tale, è modello di amore coniugale, di collaborazione, di sacrificio, di affidamento
alla divina Provvidenza, di laboriosità e di solidarietà, insomma, di tutti quei valori
che la famiglia custodisce e promuove, contribuendo in modo primario a formare il
tessuto di ogni società”. Maria, Giuseppe e Gesù
schiudono dunque alle famiglie cristiane, ma non solo a loro, “l’orizzonte di Dio”
nel mondo di oggi. Un messaggio che il Papa ha voluto far giungere con forza particolare
ai fedeli spagnoli riuniti a Madrid per la festa della famiglia voluta dai vescovi
del Paese. Mamme, papà e bambini che Benedetto XVI ha salutato così: “Queridas
familias, no dejéis que el amor... Care famiglie, non lasciate che
l’amore, l’apertura alla vita e i vincoli incomparabili che uniscono il vostro focolare
si indeboliscano. Domandatelo costantemente al Signore, pregate uniti, affinché i
vostri propositi siano illuminati dalla fede e corroborati dalla grazia divina sulla
via verso la santità. In tal modo, con la gioia del vostro condividere tutto nell’amore,
darete al mondo una bella testimonianza di quanto sia importante la famiglia per la
persona umana e per la società. Il Papa sta al vostro fianco, pregando specialmente
il Signore per quanti in ogni famiglia hanno maggiori necessità di salute, lavoro,
conforto e compagnia”. Il Pontefice ha poi ricordato che
tra poche settimane, dal 14 al 18 gennaio 2009, Città del Messico ospiterà il sesto
Incontro mondiale delle Famiglie. Un avvenimento che ha indotto Benedetto XVI a pregare
specie per quei nuclei familiari più provati, ha affermato, “dalle difficoltà della
vita e dalle piaghe dell’incomprensione e della divisione”. Infine,
nel dopo Angelus, il Papa non ha voluto dimenticare due anniversari lontani nel tempo
ma ancora ben vivi nella memoria di molte persone. I 40 anni trascorsi dalla Messa
che Paolo VI celebrò la notte di Natale del 1968 nello stabilimento tarantino dell’Italsider
- oggi ILVA - occasione per esprimere da parte di Benedetto XVI “preoccupazione per
l’aumento di forme di lavoro precario” e un appello “affinché le condizioni lavorative
siano sempre dignitose per tutti”. E ancora, i 100 anni dal disastroso terremoto che
il 28 dicembre 1908 rase praticamente al suolo la città siciliana di Messina: “I
messinesi però non si lasciarono abbattere e, sostenuti da una straordinaria solidarietà,
si risollevarono. Il mio predecessore San Pio X, che avrebbe voluto recarsi personalmente
a Messina, inviò ingenti aiuti e ospitò a Roma i seminaristi. A distanza di cento
anni, desidero inviare ai messinesi un affettuoso pensiero, con l’augurio che nei
loro cuori arda sempre la speranza cristiana”. Ed erano
centinaia di migliaia le persone che da Plaza de Colón a Madrid hanno ascoltato il
saluto rivolto loro da Benedetto XVI. Una festa della famiglia molto sentita, quella
in corso nella capitale spagnola, come ci riferisce Ignacio Arregui: Alle
12 c'è stato il collegamento con Piazza San Pietro, in Vaticano, per ascoltare l’Angelus
pronunciato dal Santo Padre, e in particolare il suo saluto rivolto ai fedeli radunati
a Madrid. I problemi tecnici che hanno ostacolato l’ascolto delle parole del Papa
sono stati risolti poco dopo con la lettura in spagnolo del testo pontificio. Concluso
il collegamento con Piazza San Pietro, è iniziata la celebrazione dell’Eucaristia,
preceduta da un saluto di Kiko Argüello, uno degli iniziatori del Cammino neocatecumenale,
il quale ha affermato che l’obiettivo di questo raduno era quello di pregare per le
famiglie di Spagna, Europa e tutto il mondo, ed ha ricordato che il Santo Padre ha
incoraggiato tutti a dare testimonianza pubblica della fede. Nella sua omelia, che
è durata circa 15 minuti, l’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco
Varela, ha offerto un’ampia selezione di espressioni di Giovanni Paolo II e di Benedetto
XVI sulla famiglia. Rivolgendo poi lo sguardo alla società attuale, ha ricordato alcuni
tra i principali ostacoli che le famiglie devono affrontare per rendere possibile
l’istituzione familiare secondo le leggi naturali ed i valori cristiani. Ha invitato
tutti a contemplare nella Santa Famiglia i valori fondamentali dei quali hanno dato
prova, lungo la loro vita, Giuseppe, Maria e il Figlio, Gesù di Nazareth. Verso la
conclusione della sua omelia, il cardinale Rouco ha affermato con forza che è possibile
e urgente sostituire la cultura della morte con la cultura della vita, l’egoismo con
l’amore. Ed ha incoraggiato tutti ad annunciare la verità del Vangelo. L'omelia
è stata interrotta almeno tre volte dagli applausi dei fedeli. Sopra all’altare, costruito
per l’Eucaristia, c’erano scritte le parole di Giovanni Paolo II: “Il futuro dell’umanità
passa per la famiglia”. La manfestazione è stata un'iniziativa dell'arcidiocesi di
Madrid, ma sono molti i fedeli che sono giunti da tutta la Spagna, accompagnati da
circa 35 vescovi e alcune centinaia di sacerdoti. Si può dire, considerando la provenienza
dei partecipanti e le proporzioni del raduno, che la manifestazione sia diventata
un avvenimento nazionale. D'altra parte, la presenza di gruppi familiari ha dato al
raduno l'aspetto di una testimonianza delle famiglie, che hanno voluto in questo modo
proclamare la loro fede e la loro felicità per la loro esperienza di vita familiare.
La celebrazione ha avuto luogo nel cuore di Madrid, occupando gran parte delle strade
principali della città per alcune ore, pur con un'ampia organizzazione sostenuta dall'aiuto
di circa 3 mila volontari. Uno dei concelebranti della Messa in
Plaza de Colón era il primate di Spagna, il cardinale Antonio Cañizares
Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino. Lo ha raggiunto telefonicamente
a Madrid Rafael Alvarez Taberner, della redazione spagnola della nostra emittente:
R. - En primer
lugar, este año ha tenido un carácter singular... In primo luogo, quest’anno
la festa ha avuto un carattere molto particolare: l’Eucaristia è stata al posta centro
della famiglia, e l’azione di ringraziamento a Dio per la famiglia che uniamo all’azione
di ringraziamento a Gesù Cristo che si offre totalmente al Padre. E’ l’affermazione
della famiglia legata all’Eucaristia, a Cristo, all’amore, all’alleanza di Dio con
gli uomini. E’ l’affermazione della famiglia della quale il mondo di oggi ha tanto
bisogno, della quale ha tanto hanno bisogno gli uomini perché veramente senza la famiglia
non c’è nulla. E’ un’azione di ringraziamento a Dio per il dono della famiglia. Cosa
sarebbe infatti dell’uomo senza la famiglia? Come è stato previdente Iddio nei riguardi
dell’uomo, quando ha deciso di farlo nascere e vivere e crescere in seno ad una famiglia.
Qui risiede il futuro. Quello che vogliamo è semplicemente ringraziare il Signore
per questo dono e proseguire in ciò che questo dono significa, perché qui - nella
famiglia - vive il rinnovamento, la crescita e lo sviluppo dell’umanità, il futuro
dell’uomo e dell’umanità intera. La famiglia è il luogo nel quale impariamo ad essere
quello che siamo: uomo, creatura di Dio. In essa sappiamo riconoscere che tutto è
dono e amore. La famiglia è comunità di amore aperta alla vita, in cui l’uomo nasce
e si apre ad essa, al miracolo della bellezza della vita. Tutto questo è valido per
oggi e per tutti i tempi, specie nella situazione odierna di indebolimento suicida
della famiglia, di "modernismi" che sono veramente assurdi, perché non c’è progresso
umano senza famiglia che si sta progressivamente indebolendo. Noi vogliamo semplicemente
rendere testimonianza del fatto che la famiglia è la grandezza dell’uomo, che è la
speranza dell’umanità.