2008-12-27 15:44:02

Il cardinale Bagnasco ai detenuti: "Le celle diventino delle piccole chiese"


Che le celle del carcere diventino delle piccole chiese, da dove, “pur nel rispetto di tutti e delle altre fedi”, si innalzi un coro di preghiera a Dio. E’ l’esortazione dell’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia della Messa celebrata a Natale nel carcere genovese di Marassi. Secondo quanto riferito dall’agenzia Misna, ai 630 detenuti nell’istituto di pena – il 70% dei quali extracomunitari – il porporato ha ricordato che "Dio è ovunque e ci vuole bene, non ama i nostri peccati, ma ama noi peccatori e vuole cancellare le nostre colpe se noi siamo veramente pentiti”. E sul significato dell’esperienza della detenzione il cardinale Bagnasco spiega che essa deve essere intesa quale “tempo di redenzione, un tempo per fare verità dentro di voi, per riconoscere le colpe e pentirsi del male compiuto”, perché questo è ciò che chiede il Signore, giacché “il nostro peccato non fa solo male agli altri uomini, alla società civile, ma in primo luogo a ciascuno di noi”. “l tempo presente – ha aggiunto - serva per recuperare l'umanità profonda di ciascuno e per tornare, un giorno, nella società e riprendere in modo nuovo il proprio cammino terreno". Rivolto ai cronisti, al termine della celebrazione, l’arcivescovo di Genova ha osservato che il reinserimento dei detenuti che hanno scontato la propria pena "deve essere una responsabilità di tutta la società”, che deve aver cura in particolare di coloro che, una volta fuori delle mura del carcere, non possono contare sul sostegno della famiglia. (C.D.L.)







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