2008-12-27 15:46:34

Alta tensione tra Islamabad e New Delhi a un mese dagli attentati di Mumbai


Sale pericolosamente la tensione tra India e Pakistan a un mese dagli attentati di Mumbai. Islamabad, accusata di aver sostenuto l’offensiva terroristica, ha ammassato alla frontiera indiana oltre 20 mila soldati e l’India ha scoraggiato i connazionali a recarsi nel Paese vicino. Intanto, nel sud del Pakistan, oltre 100 mila sostenitori del Partito popolare pakistano hanno ricordato Benazir Bhutto, moglie dell’attuale presidente Ali Zardari, uccisa un anno fa durante la campagna elettorale. Stefano Leszczynski ha chiesto a Francesca Marino, esperta del continente asiatico per la rivista di geopolitica “Limes, un bilancio sulla situazione politica del Pakistan:RealAudioMP3

R. - La situazione interna è semmai peggiore di quella che c’era quando Benazir Bhutto è stata uccisa. Sei, sette mesi di cosiddetto governo democratico in Pakistan hanno reso il Paese ancora più instabile, ancora di più preda di tensioni interne. La popolazione è stata, ed è, estremamente delusa e spaventata anche dalla situazione attuale e dal cosiddetto governo democratico ed è in corso, in Pakistan, una partita tra il governo civile e l’esercito, che si aspettava ma forse non così presto.

 
D. - Una situazione di instabilità politica che sembra aver favorito il radicalismo islamico nel Paese: radicalismo islamico eversivo?

 
R. - Ovviamente sì, anche perché il governo del presidente Zardari, praticamente, non fa e non ha fatto assolutamente nulla in questo senso. In questo momento, sono in corso da un mese circa - cioè da quando c’è stato l’attacco di bombe in India - meeting e discussioni tra l’esercito, che ha una sua posizione chiara, ed il governo che invece non ce l’ha.

 
D. - Se prima si poteva dire che il punto focale dello scontro tra India e Pakistan era basato sul nazionalismo, sulle rivendicazioni territoriali, oggi la miccia è quella del terrorismo. Che vantaggi possono trarre le diramazioni di Al Qaeda da una crescita di tensione tra India e Pakistan?

 
R. - Moltissimi, anche perché in realtà in questo momento, nonostante ciò che sembra, la crisi non è tra India e Pakistan: l’India non sta facendo assolutamente nulla per alimentare uno stato di tensione. La crisi, in realtà, è tra poteri interni al Pakistan. Bloccare le azioni al confine afghano, come sta succedendo in questi giorni, per ammassare truppe al confine indiano - in previsione di un possibile e ben smentito mille volte, attacco indiano - significa soltanto che l’esercito sta consolidando la sua posizione ed intende sfruttare la tensione con l’India per lasciare da una parte mano libera a chi deve, e dall’altra parte per premere sugli Stati Uniti.

 
Iraq
Ancora violenza in Iraq. Almeno 22 persone sono morte e 54 sono rimaste ferite nell'attentato compiuto oggi con un'autobomba nella parte occidentale di Baghdad. Intanto, è rimasto ucciso in un conflitto a fuoco l’esponente di al-Qaeda che ieri era riuscito a fuggire da una stazione di polizia a Ramadi. Gli altri due evasi restano a piede libero.

Cina
La giornata in Cina è stata scandita da due drammatici incidenti. Almeno 15 persone hanno perso la vita nella deflagrazione di esplosivi per uso civile nel villaggio di Donggangcheng, nella regione dell’Henan. Sempre oggi, altre 17 persone sono morte per la caduta di un ascensore in un cantiere edile a Changsha.

Guinea Conakry
La Guinea Conakry è ormai saldamente sotto il controllo della giunta militare golpista, salita al potere dopo la morte del presidente Lansana Conté. I militari, che hanno imposto un severo coprifuoco, hanno annunciato nuove elezioni entro il dicembre del 2010. Sono cadute nel vuoto, intanto, tutte le condanne della comunità internazionale per l’avvenuto colpo di Stato.
 Gran Bretagna
La crisi economica colpisce la grande distribuzione britannica. La storica catena al dettaglio "Woolworths" chiuderà dopo cento anni di attività. Un quarto di tutti i punti vendita, circa ottocento in tutto il Regno Unito, abbassa oggi la saracinesca. Circa 25 mila lavoratori di "Woolworths" e altri cinquemila dipendenti di altri due gruppi della società sono destinati a perdere il loro posto di lavoro. Oltre a "Woolworths", altre vittime eccellenti della stretta sono "Zavvi", leader nel settore dell'intrattenimento (ex Virgin Megastore, 125 negozi e oltre 3 mila impiegati), "Whittard of Chelsea" (che vende the, caffè e porcellana) e la catena di abbigliamento maschile "The Officers Club". Lunghe file si sono viste in questi giorni fuori dei grandi magazzini prossimi alla chiusura, dove venivano offerte le rimanenze a sconti fortissimi.

Belgio
Secondo le indiscrezioni raccolte dalla stampa di Bruxelles, sarà il presidente della Camera, Herman Van Rompuy, il prossimo primo ministro del Belgio. Con molta probabilità, Van Rompuy sarà costretto a chiedere l’appoggio alla stessa coalizione che sosteneva Yves Leterme, il premier dimissionario accusato di aver fatto pressioni sui giudici per agevolare il salvataggio della banca Fortis. I partiti della maggioranza uscente auspicano che il nuovo governo resti in carica fino alla fine della legislatura, nel 2011. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 362

 
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