Nuovi lanci di razzi di Hamas verso Israele. A Gaza arrivano i primi aiuti
Escalation di violenza tra Israele e la Striscia di Gaza. Prosegue il lancio di razzi
Qassam da parte dei miliziani di Hamas, mentre si profila un intervento militare dello
Stato ebraico nella regione palestinese. Si allenta, intanto, l’emergenza umanitaria
a Gaza con l’apertura dei valichi e l’arrivo di aiuti per la popolazione. Il servizio
di Marco Guerra:
Resta altissima
la tensione tra Israele e la Striscia di Gaza ad una settimana dalla fine della tregua
per volere di Hamas. Anche nei giorni delle festività natalizie, è proseguito il lancio
di razzi Qassam contro le comunità israeliane del sud. Prima dell'alba, i miliziani
palestinesi hanno sparato cinque razzi e due colpi di mortaio, uno dei quali ha centrato
una casa nei pressi del valico di Kerem Shalom, senza provocare vittime. Al momento,
non si registrano raid dell’aviazione dello Stato ebraico. Ma a questo punto, si profila
un’imminente operazione militare nella striscia di Gaza, già annunciata da tutta la
stampa israeliana. Secondo le voci che si rincorrono, il governo di Tel Aviv ha dato
il via libera per un intervento con obiettivi chiari e definiti. Lo scopo dell’azione
è porre fine al predominio di Hamas a Gaza, come confermato dal ministro degli Esteri
Livni, che ieri ha incontrato il presidente egiziano, Hosni Mubarak, per discutere
della fine della tregua con il movimento integralista. Il premier Olmert si è invece
appellato direttamente ai palestinesi perché premano su Hamas. E per permettere
il passaggio di aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza, Israele stamani
ha aperto valichi per alcune ore.
Pakistan Non
si ferma la violenza in Pakistan, dove due bambine di sei e otto anni sono morte nell'esplosione
di una bomba nel loro villaggio nei pressi di Quetta, nella provincia sud occidentale
del Beluchistan. E proprio le bambine sono state oggetto delle minacce dei talebani
nella turbolenta valle dello Swat, nel nord-ovest Paese. Un capo locale integralista
ha decretato il divieto di frequentare la scuola a partire dal prossimo gennaio, minacciando
di morte le alunne che non osserveranno il divieto e di far esplodere le scuole che
continueranno ad accogliere le bambine.
Golpe in Guinea Conakry Il
primo ministro della Repubblica di Guinea Conakry e il governo da lui guidato si sono
messi a disposizione al capo della giunta militare golpista, il capitano Moussa Dadis
Camara, salito al potere lo scorso martedì a seguito della morte dell’anziano presidente
Lonasa Contè. I membri dell’esecutivo e tutti gli ufficiali dell’esercito si sono
consegnati alla nuova giunta, rispondendo all’ultimatum che li intimava a recarsi
presso la grande base militare vicina all'aeroporto internazionale della capitale.
Dal canto suo, Camara ha chiesto alla squadra di governo di ''aiutare'' il suo regime.
I maggiori partiti dell’opposizione hanno quindi preso atto del golpe e hanno auspicato
il ritorno alle urne entro un anno. I militari hanno promesso, intanto, elezioni libere
per dicembre 2010. Sul terreno, la situazione resta calma, nonostante alcuni incidenti
isolati.
Economia Continuano ad arrivare segnali negativi dai dati
sull’andamento delle principali economie mondiali. Dopo il pesante calo del prodotto
interno lordo degli Stati Uniti, si registra il crollo della produzione industriale
del Giappone, che a novembre è scesa dell’8,1 % rispetto al mese precedente. Intanto,
in Gran Bretagna 15 catene della grande distribuzione rischiano la bancarotta. Il
servizio di Amedeo Lomonaco:
Le
proporzioni del crollo della produzione industriale nipponica stupiscono perfino governo
ed analisti che avevano previsto una flessione intorno 6%. Nessuno, infatti, si aspettava
una riduzione di 8,1 % di novembre. Si tratta del calo peggiore mai registrato su
base mensile. Il dato è frutto della netta diminuzione delle esportazioni dovuto alla
crisi economica mondiale. Particolarmente colpita è la domanda di automobili e di
componenti elettroniche. Per il Giappone, la cui economia è largamente basata sull'export,
si prevede una recessione che farà sentire i propri effetti per tutto il 2009. Per
far uscire la seconda economia del mondo dalla crisi, il governo nipponico ha approvato
martedì scorso il bilancio record da quasi mille miliardi di dollari. Stimoli all’economia
anche da parte del governo russo, che ha stilato una lista di 295 “imprese strategiche”
alle quali saranno destinati aiuti pubblici per garantire lo sviluppo e la stabilita.
E in Gran Bretagna, intanto, prende corpo il fantasma della disoccupazione. Secondo
il quotidiano Indipendent, almeno 15 grandi catene di negozi britannici rischiano
la bancarotta entro la fine di gennaio. La crisi ha già provocato la chiusura
di 12 catene, fra cui gli ex Virgin Megastore con oltre 3 mila impiegati. Il settore
sta provando a risalire la china con saldi natalizi senza precedenti.
Sbarchi
a Lampedusa Una massiccia ondata di sbarchi si è riversata su Lampedusa durante
questi giorni delle festività natalizie. Nel complesso, sono oltre 1000 gli immigrati
che hanno raggiunto l’isola nelle ultime 48 ore. Numerosi natanti sono stati soccorsi
nel Canale di Sicilia dai mezzi della Marina militare italiana e della Guardia costiera.
Altri arrivi di poche decine di persone sono poi stati segnalati sulle coste del ragusano.
In questo momento il centro di prima accoglienza di Lampedusa ospita quasi circa 1200
persone.
Ucraina In Ucraina è salito a 27 morti il bilancio dell'esplosione
avvenuta il giorno di Natale in un palazzo di Yevpatoria, città sul mar Nero. Almeno
21 persone sono state invece estratte vive dalle macerie delle due ali del complesso
residenziale andate totalmente distrutte. L'esplosione, probabilmente, è avvenuta
per una fuga di gas. Nei Paesi dell'ex Unione sovietica questo tipo di incidenti è
abbastanza frequente, a causa della carente manutenzione degli impianti di riscaldamento
e di una normativa sulla sicurezza inadeguata. Il presidente ucraino, Viktor Yushchenko,
ha proclamato un giorno di lutto nazionale. (Panoramica internazionale a cura Marco
Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII
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