2008-12-25 16:35:37

La Natività in Africa, America Latina e Australia


In Africa il Natale si celebra con grandi speranze di pace. In particolare nel Nord Kivu, regione orientale della Repubblica Democratica del Congo da mesi terreno di scontri fra l’esercito regolare e i ribelli del generale Nkunda: qui le violenze contro i civili hanno causato migliaia di vittime e costretto alla fuga oltre 250 mila persone. Si tratta, secondo quanto denunciato dai vescovi congolesi, di un "genocidio silenzioso”. Ma le sopraffazioni della guerra non riescono a soffocare la speranza di un popolo, per il 70 per cento di religione cristiana, che, in special mondo a Natale, nel Vangelo di Cristo trova luce e speranza. Da Goma ce ne parla don Mario Perez, salesiano, direttore del Centro per i giovani intitolato a Don Bosco:RealAudioMP3

“Il Congo in generale è un Paese dove più del 50 per cento sono cattolici; la gente va alla Messa, poi prepara la festa in famiglia. Per ciò che riguarda il Nord Kivu, la situazione è molto drammatica: la gente non ha molte cose, neppure i viveri. Non è facile raggiungere queste persone. I campi profughi, per esempio quelli vicini alle città, ricevono il cibo dagli organismi umanitari: farina, fagioli, olio e sale. E non è che hanno niente di particolare per festeggiare; festeggiano un po’ con i canti perché la speranza è forte in loro. Quello permette loro di sopravvivere. Anche in questi momenti sanno così trovare forza per festeggiare. Nonostante la mancanza di tutto, fanno il presepe perché – dicono - “soltanto Dio ci capisce, soltanto Dio è capace di crescere e camminare con noi”; “Dio è capace di farsi piccolo e crescere con noi e lui ci capisce”.
 
In Sud America, dove la crisi economica mondiale si ripercuote con particolare intensità sui ceti più deboli, la speranza che viene dalla nascita del Salvatore invita ad affrontare con coraggio le sfide odierne. Luis Badilla, esperto di America Latina per la nostra emittente: RealAudioMP3
 
Il Natale in America Latina è una festa molto coinvolgente, molto sentita, partecipata e, naturalmente, mette al centro in particolare i bambini ed anche - questa è una caratteristica molto tipica - i nonni, gli anziani. Quindi, è una delle feste più amate, che si celebra sia da un punto di vista religioso molto intensamente. Si celebra, soprattutto, con una partecipazione nell’Eucaristia o in altre cerimonie, ma che ha anche un risvolto civile, per così dire, nelle famiglie all’interno del focolare. Natale, per l’America Latina del 2008 e per i Carabi, è un Natale pieno di incertezze, di paure. La crisi economica internazionale sta colpendo duramente l’economia di questi Paesi e, dunque, non credo che sarà un Natale particolarmente allegro. Certo, ci sarà, come è naturale, la speranza di cui il mondo, in questo caso l’America Latina, ha tanto bisogno.  
In questo clima di incertezza e paura, i vescovi sudamericani lanciano un appello per la democrazia e i diritti umani. Ancora Luis Badilla: RealAudioMP3
 
Il problema della democrazia in America Latina, delle libertà costituzionali, dei diritti umani, è un problema sempre attuale. E, dunque, il 2009 è una prospettiva, in questo senso, molto delicata, perché occorre coniugare - come dicono i vescovi dell’America Latina - da un lato il rispetto della democrazia, dei valori democratici, dei diritti umani e, dall’altro, il consolidamento delle istituzioni, basato sulla solidarietà e la giustizia, perché il problema fondamentale di questa regione del mondo è l’iniquità sociale. Se questo problema, che si potrebbe aggravare con la crisi economica e sociale, non viene risolto, metterà a repentaglio la stabilità democratica della regione. 
Infine uno sguardo all’Australia. Qui a Natale la Chiesa locale ribadisce la necessità di “promuovere un’integrazione autentica e una reale partecipazione delle comunità aborigene alla vita sociale, politica e culturale del Paese, attraverso nuove opportunità di occupazione e di istruzione. E’ il messaggio dei vescovi australiani che invitano ad “un genuino dialogo e una partnership durevole” con gli oltre 517 mila aborigeni presenti in Australia.







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