2008-12-24 15:12:33

Natale in Terra Santa tra speranze e timori. Il dramma di Gaza


Sono cominciate stamattina le celebrazioni per il Natale in Terra Santa. Quest’anno è il nuovo patriarca di Gerusalemme dei Latini Fouad Twal a presiederle. Da Gerusalemme il servizio di Sara Fornari, seguito dal servizio di Fausta Speranza. RealAudioMP3

Se il clima è davvero freddo qui a Betlemme, nella Piazza della Mangiatoia e nelle vie circostanti, l’atmosfera è oggi più che mai calda e festosa. Sono centinaia e centinaia le persone riunite da stamattina in attesa del patriarca latino Twal, che come tradizione sta per fare il suo ingresso in Basilica per la recita dei Vespri assieme alla comunità francescana di Terra Santa. Mons. Fouad Twal, dopo aver ricevuto gli abituali saluti dei presenti a Gerusalemme, ha lasciato la sede patriarcale per dirigersi, scortato da un lungo corteo di macchine al Monastero ortodosso di Sant’Elia, a metà strada tra la Città Santa e Betlemme. Dopo questa prima tappa, in cui è stato accolto da una delegazione di cristiani, ha attraversato il passaggio del muro che isola Betlemme e che conduce per uno stretto corridoio alla Tomba di Rachele, varco questo che viene aperto solo in queste solenne occasioni. In questa seconda tappa, ancora saluti di religiosi e popolazione locale e finalmente, dopo aver percorso l’antica strada di Betlemme, l’arrivo in questa piazza presso la Basilica della Natività, dove lo attendono le autorità religiose e civili e la popolazione in festa, i tradizionali rulli di tamburi e le cornamuse di tutti gli scout della zona. Quindi, il patriarca latino di Gerusalemme, accolto dal custode di Terra Santa, farà ingresso in Basilica, passando per la porticina detta dell’umiltà, dove è atteso anche dai rappresentanti della comunità greco-ortodossa ed armena. Infine, nell’attigua chiesa parrocchiale di Santa Caterina si svolgerà la liturgia vespertina.Da Gerusalemme, Sara Fornari.

 
Nel suo massaggio di Natale, mons. Fouad Twal ha scritto parole ricche di speranza ma anche di apprensione per “l’instabilità, la mancanza di prospettive chiare per l’avvenire, la mancanza di sicurezza” in Terra Santa. Situazioni che negli anni hanno assottigliato la presenza dei cristiani, come conferma, al microfono di Claudia Di Lorenzi, il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, guardando però con speranza all’anno nuovo:

 
R. – Questo è sempre un problema che da anni è aperto e che a volte ha momenti acuti. Negli ultimi anni il cosiddetto esodo, cioè l’emigrazione dei cristiani, è stato molto forte, ma questo ultimo anno è stato invece un po’ più lento a causa dell’alto numero dei pellegrini, che ha riportato un po’ di vita all’economia. E’ però un problema sempre aperto. Nel 2009 noi ci auguriamo che quanto non è stato possibile nel 2008 possa avverarsi nel 2009, cioè l’inizio di un vero cambiamento non solo annunciato, ma reale, magari piccolo, però reale, nella vita degli abitanti e di tutti, di tutta la Terra Santa.

 
Dal punto di vista politico è un Natale segnato dalla mortificata speranza in un accordo di pace entro il 2008, come annunciato l’anno scorso. E poi è segnato dall’emergenza nella Striscia di Gaza, che ha vissuto nei mesi scorsi tutte le difficoltà di un vero e proprio assedio e la speranza di una tregua raggiunta ma durata poco, tra Hamas, il movimento politico che controlla Gaza da giugno 2007, e Israele. Da oggi è stata annunciata l’apertura di tre punti di transito per lasciar entrare gli aiuti umanitari: a condizione però della sospensione dei lanci di razzi. Cosa che non è accaduta: anche stamane due potenti razzi, tipo Grad, sparati dalla Striscia di Gaza, sono caduti in un'area industriale della cittadina di Netivot, nel sud di Israele, ferendo lievemente due persone. A partire da ieri sera, sono quindici i razzi e le bombe di mortaio lanciati da Gaza in territorio israeliano, con danni a una casa. Bisogna anche dire che ieri tre palestinesi, sorpresi mentre si accingevano a deporre mine a ridosso del reticolato di confine tra Israele e la striscia di Gaza, sono stati uccisi da soldati israeliani a conclusione di uno scontro a fuoco. Della drammatica situazione all’interno della Striscia di Gaza, Emer McCarthy, del nostro programma inglese, ha parlato con il sacerdote cattolico Manuel Musallam raggiungendolo telefonicamente a Gaza:

 
R. – We are facing a very hard time…
Stiamo attraversando tempi molto duri. Stiamo vivendo così ma dovremmo annunciare speranza in questo momento. Stiamo vivendo al buio, ci manca l’acqua, l’elettricità, il cibo, siamo sotto assedio: la gente sta soffrendo. Nelle scuole non abbiamo avuto la possibilità, finora, di addobbare gli alberi di Natale e decorarli, perché non abbiamo il materiale necessario a Gaza. Viene impedito ad ogni cosa di entrare in Gaza e quindi non abbiamo le decorazioni e i piccoli alberi che addobbavamo in ogni aula e nelle case della comunità. Quindi, i bambini quest’anno non avranno cioccolata, regali, nuovi abiti per Natale, perché, innanzitutto, non si possono trovare a Gaza, e poi i genitori non hanno un lavoro da anni e non sono in grado di comprare niente per i bambini. Risparmiano su tutto per sopravvivere a Gaza. L’assedio è molto, molto rigido e molto duro per le persone di Gaza. Devo dichiarare qui che questo è un crimine commesso contro la gente della Palestina, perché i palestinesi non sono Hamas, non sono violenti, non sono terroristi. La maggior parte della gente è innocente e ha bisogno di essere protetta, ha il diritto di essere protetta. Durante i conflitti, invece, si è trovata senza protezione. Nella stessa Chiesa stiamo cercando di fare del nostro meglio per avere gioia nella comunità. Invece della cioccolata daremo ai bambini le fragole che coltiviamo qui a Gaza e siccome non le possiamo esportare abbiamo la possibilità di offrirle ai bambini in grande quantità perché le possano gustare. Dopo la Messa e la cena, avremo un altro momento insieme nella Chiesa e nella scuola, sperando che i cristiani possano venire e condividere con noi il Natale.







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