L'inaugurazione del presepe in Piazza San Pietro: il Papa accende il lume della pace
Questo pomeriggio, alle ore 16.30, verrà inaugurato il presepio di Piazza San Pietro
realizzato dai servizi tecnici del Governatorato. Dopo l’inaugurazione, il cardinale
segretario di Stato Tarcisio Bertone introdurrà alle 18.00 una veglia di preghiera.
Al termine della veglia, il Papa accenderà il lume della pace. Per alcuni particolari
sul presepio di quest’anno, ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il
presepio è dominato da un’intima armonia familiare che diventa amore universale con
la nascita del Signore. La scena della Natività, collocata in un umile rifugio coperto
da assi di legno, è a ridosso della mura di una piccola Betlemme ricostruita. Della
cittadina si possono scorgere modeste dimore ed elementi architettonici, tra cui una
torre di ingresso e un grande portale. Le statue che animano la composizione provengono
in parte dal presepio allestito nel 1842 da San Vincenzo Pallotti nella Basilica romana
di Sant’Andrea della Valle. Altre sculture sono state aggiunte nel corso degli anni.
La Natività è accompagnata dalla presenza dell’acqua e del fuoco: l’acqua che scaturisce
da una fontana e il fuoco acceso in un forno rappresentano, rispettivamente, la purezza
e il trionfo della luce sulle tenebre. Dopo l’inaugurazione del Presepe, Benedetto
XVI accenderà il lume della pace posto sul davanzale della finestra dello studio privato
e benedirà i fedeli riuniti in Piazza San Pietro.
Sul
significato del presepio, umile rappresentazione di una scena di infinito amore che
si ripete nella storia, ascoltiamo al microfono di Tiziana Campisi, l’arcivescovo
di Chieti – Vasto, Bruno Forte:
R. – Il
presepe è il racconto della storia dell’amore di Dio per gli uomini, che ha spinto
il nostro Padre celeste a mandare suo Figlio, fatto Uomo per noi. E’ questo nascere
alla storia del Figlio eterno di Dio in un luogo di povertà. Siamo di fronte al mistero
di una nascita e perfino il Creato sembra partecipare a questa scena di infinito amore:
il bue e l’asinello ne sono in qualche modo i rappresentanti; mentre da parte degli
umani, i Magi e i pastori sono la voce dell’attesa del desiderio del mondo che aspetta
il suo redentore.
D. – Il presepe è un po’ una nota
caratteristica del Natale. Ma quale importanza ha in una famiglia?
R.
– Tutti abbiamo bisogno di riscoprire un amore più grande che ci dia il coraggio ogni
giorno di ravvivare le nostre relazioni con gli altri, a cominciare da quelle familiari,
con legami d’amore. Ecco perché è così importante, in una famiglia, fare memoria della
nascita del Dio con noi e accogliere nel quotidiano dei nostri rapporti la gioia e
la luce della sua presenza. Fare il presepe significa ricordarsi che senza Dio in
mezzo a noi, anche l’amore diventa più povero. Perché ci sia veramente amore, al centro,
in mezzo, dev’esserci Dio. Ecco: il presepe ci ricorda questa presenza di Dio al centro
e al cuore di tutti i rapporti d’amore più veri.
D.
– E come trasmettere ai bambini il senso del presepe?
R.
– Non limitarsi a far vedere le figure o a montare l’insieme, ma raccontare la storia,
cioè far sì che i bambini possano appassionarsi a quello che quelle immagini dicono,
a ciò che è avvenuto in quella mangiatoia, duemila anni fa: un Dio-bambino per la
salvezza di tutti i bambini del mondo e di tutti gli uomini.
D.
– Accanto alle figure classiche del presepe, ce ne sono alcune che ci trasmettono
un insegnamento?
R. – Ci sono i pastori, i poveri,
gli umili che accolgono il dono di Dio, figura di tutti coloro che nel desiderio,
nella speranza, nell’umiltà si aprono al dono di questo amore. Ci sono poi i Magi,
che vengono da Oriente, figure dei cercatori di Dio, di tutti coloro che, anche con
sacrificio, si impegnano a cercare con passione il volto del Dio con noi. E qui, credenti
e non credenti, si possono sentire rappresentati nella misura in cui sono sempre e
veramente cercatori del volto di Dio. E poi, c’è l’insieme dell’umanità distratta,
quelli che sembrano affaccendati in tutt’altre faccende rispetto all’accoglienza della
nascita del Dio con noi: anche questo tipo di umanità viene come “abbracciata” dal
mistero dell’amore di Dio. Ad ognuno è data una speranza, una possibilità, quale che
sia il suo cammino verso Dio. Fare il presepe significa aprirsi alla esperienza dell’incontro
con il Dio che viene a rinnovare il cuore e la storia.