2008-12-24 15:22:23

Caos in Guinea Conakry dopo il golpe militare


Il caos regna sovrano in Guinea Conakry dopo il colpo di stato di ieri. La giunta militare al potere dopo la morte del presidente Lansana Conté - alla guida del paese per 24 anni - ha promesso "elezioni libere e trasparenti" a dicembre del 2010. Mentre il capitano Moussa Dadis Camara, che ieri ha guidato il golpe è stato nominato a capo della giunta militare che gestirà il Paese africano. Intanto il presidente del Parlamento, Aboubacar Sompare, si è appellato alla comunità internazionale affinché "si mobiliti per impedire ai militari di interrompere il processo democratico e abrogare la costituzione". Gli Stati Uniti hanno minacciato di sospendere gli aiuti alla Guinea se i militari non rimetteranno "appena possibile" il potere nelle mani dei cittadini". E questa sera i militari hanno spostato a venerdì l’entrata in vigore del coprifuoco per permettere ai cristiani di trascorrere tranquillamente il Natale. Sulla situazione nel paese africano Stefano Leszczynski ha intervistato Enrico Casale, africanista della rivista dei gesuiti “Popoli”.RealAudioMP3

R. – E’ un Paese che si situa già in un’area che ha dei problemi di instabilità. A questo si aggiunge anche il fatto che la Guinea Conakry è stata per 24 anni guidata dal presidente Nasana Contè. Come molti altri capi di Stato africani si è radicato al potere, creando una propria rete di connivenze, appoggi internazionali. E’ un sistema abbastanza tipico dell’Africa, perché in molti casi il meccanismo democratico di alternanza al potere non si è ancora affermato e non si è ancora radicato nella cultura africana.

 
D. – Un Paese tra l’altro in cui è stata sempre denunciata una fortissima corruzione che fa il paio poi con quella che è la miseria dilagante invece tra la popolazione e la ricchezza potenziale del Paese stesso…

 
R. – E' il solito paradosso africano: gli Stati ricchi, soprattutto di risorse minerarie, sono i Paesi più sfortunati per contrasto, perché la ricchezza di queste risorse per la Guinea Conakry – la bauxite, l’oro, i diamanti – non vene reinvestita in infrastrutture, incentivi per lo sviluppo industriale e agricolo del Paese. La ricchezza va ad alimentare dei canali di corruzione, soprattutto legati agli esponenti del partito di governo e, in parte anche, agli esponenti delle forze armate.

 
D. – Quali sono gli interessi strategici delle grandi potenze su quest’area dell’Africa, in particolare sulla Guinea?

 
R. – Questa parte dell’Africa, che è l’Africa occidentale, è molto appetita dai governi occidentali, dalle multinazionali occidentali, soprattutto perché è un’area ricchissima di materie prime, in primo luogo il petrolio. Teniamo presente che Stati Uniti e Cina si stanno confrontando proprio in quest’area, in diversi Paesi, per riuscire a strappare le concessioni di estrazione petrolifera. Ma la Guinea Conakry come si inserisce in questo ambito? Con le sue ricchezze nazionali, appunto la bauxite, l’oro, i diamanti come il petrolio, che fanno gola alle multinazionali.







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