2008-12-23 16:22:47

Messaggi di leader e autorità religiose ai giovani di Taizé


I giovani si schierino dalla parte di “un progresso tecnologico ed economico che vada di pari passo con una maggiore umanità”. E’ l’augurio del rev. Ishmael Noko, segretario generale della federazione luterana mondiale, rivolto ai 40 mila giovani che dal 29 dicembre al 2 gennaio parteciperanno a Bruxelles al 31.mo incontro europeo dei giovani, animato dalla comunità di Taizé. “E’ doloroso constatare – osserva Noko - con quale rapidità massicce risorse finanziarie vengano mobilitate in questo momento di crisi per sostenere i mercati finanziari e le istituzioni”. “In periodi di migliore congiuntura economica, anche solo una parte di queste risorse” non veniva invece trovata per combattere l’estrema povertà nel mondo. Noko lancia quindi l’appello alle Chiese affinché si uniscano per promuovere “forme di governo capaci di migliori risposte alle esigenze di giustizia e dunque degne di fiducia”. Anche l’arcivescovo di Canterbury, capo della Comunione anglicana, Rowan Williams, ha incentrato il suo messaggio sulla sfida lanciata anche ai giovani dalla crisi finanziaria. Si rivolge ai giovani di Taizè anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon: “Vi riunite – si legge nel messaggio ripreso dal Sir - in un momento cruciale per la comunità umana”. “Siamo di fronte – aggiunge - ad una crisi finanziaria mondiale, all’urgenza dello sviluppo, all’insicurezza alimentare e ad un’accelerazione del cambiamento climatico”. “Le vostre voci – spiega Ban Ki-moon - saranno decisive per spingere i dirigenti del mondo intero ad agire con urgenza, avendo, in primo luogo, la preoccupazione del bene comune”. “Io so che voi, i giovani d’oggi – precisa infine Barroso - desiderate un mondo più ecologico, più solidale e più giusto. Per questo ci tengo ad incoraggiarvi ad esercitare una cittadinanza attiva affinché il ruolo preponderante dell’Europa possa esercitarsi a profitto del mondo intero e che l’Europa continui ad essere un posto di ospitalità, di solidarietà e di apertura dove noi possiamo tutti celebrare una ‘festa dei popoli’ permanente”. (A.L.)







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