2008-12-23 16:20:18

Al via a Mosca la riunione dei Paesi esportatori del gas


A Mosca la riunione dei Paesi esportatori del gas, a cui prendono parte, tra gli altri, anche i ministri di Iran e Qatar. L'obiettivo è quello di discutere e definire lo statuto di un nuovo organismo per la cooperazione tra produttori. L’incontro giunge dopo che ieri Russia e Bielorussia hanno siglato un accordo sulle forniture di gas nel 2009. Per un’analisi dell’attuale assetto del mercato energetico europeo e del ruolo fondamentale del colosso russo, Stefano Leszczynski ha sentito Fabrizio Dragosei, corrispondente da Mosca del Corriere della Sera:00:02:11:04

R. – Gran parte del gas consumato in Europa occidentale, in Europa orientale e negli ex-Paesi dell’Unione Sovietica ed ex-Paesi satelliti, viene fondamentalmente da due fonti: dalla Siberia e dall’Asia centrale, dalla zona del Caspio. Tutto questo gas, o gran parte del gas, oggi passa attraverso i gasdotti russi. Questo vuol dire che il Turkmenistan, tanto per citare un Paese che volesse vendere gas all’Ucraina, deve passare per i tubi russi. Quindi cosa succede? Gazprom ha costretto questi Paesi a vendere a loro il gas e poi, a sua volta, Gazprom lo rivende all’Europa. Quindi la Russia ha un controllo totale del mercato. Il tentativo è quello di creare delle linee alternative che portino il gas in Europa non passando per la Russia.

 
D. – Si parla addirittura della possibile creazione di un cartello dei Paesi produttori di gas …

 
R. – Un cartello di produttori del gas avrebbe comunque possibilità di agire solamente su una parte molto ridotta delle forniture di gas, perché il metano viene in massima parte venduto attraverso i gasdotti che uniscono stabilmente un Paese consumatore e un Paese produttore.

 
D. – Non c’è la possibilità di chiudere un rubinetto unico, quindi rendere il prodotto energetico più pregiato? I rapporti sono sempre bilaterali?

 
R. – Assolutamente sì! Il prezzo del gas, naturalmente, non è stabile, nel senso che varia. Ma varia in base ad un paniere di prodotti petroliferi – gasolio, benzina, eccetera – per cui è legato a quei prezzi. Ora, oggi che i prezzi dei prodotti petroliferi sono scesi – sono scesi i prezzi del petrolio, ma sono scesi anche i prezzi dei prodotti finiti – anche il prezzo del gas scende. Questo avviene in base ai contratti firmati. Ora, naturalmente, in caso di crisi gravissima un Paese come la Russia potrebbe anche mandare a monte i contratti e chiudere i rubinetti, però sarebbe veramente un’azione estrema. Un'azione estrema anche perché non solo avrebbe conseguenze politiche gravissime, ma avrebbe anche conseguenze interne sulla stessa Russia: quel gas che non verrebbe più venduto in Europa, rimarrebbe infatti nei depositi russi perché non potrebbero venderlo a nessun altro.







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