2008-12-22 15:15:05

Colombia: le Farc promettono il rilascio di altri sei ostaggi


E’ programmato per i prossimi giorni, ai primi di gennaio, il rilascio di altri 6 ostaggi da parte delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Lo ha comunicato una nota del movimento guerrigliero, dopo che nei giorni scorsi l’ex senatrice franco-colombiana Ingrid Betancourt - che ha passato oltre sei anni nelle mani delle Farc ed è tornata in libertà il 2 luglio - aveva lanciato un appello ai combattenti perché prendessero ''la decisione di fuggire con diversi ostaggi, compagni di prigionia, per ridare loro la libertà''. Sul significato dell’annuncio delle Farc, Giada Aquilino ha intervistato Silvia Elena Ayon, responsabile dell’Ufficio progetti del Movimento Laici America Latina:RealAudioMP3

R. – E' una situazione che ci lascia un po’ perplessi, ma anche con un poco di speranza. Presto lo vedremo, nel senso che da una parte si dice che stanno per liberarli, ma dall’altra, due giorni fa, sono state sequestrate ancora altre persone. Quindi, è una situazione che sembra non finire. Comunque, secondo noi le negoziazioni, si può dire, sono già a buon punto.

 
D. – C’è una nuova strategia con il cambio al vertice, dopo la morte del leader guerrigliero Marulanda, sostituito da Alfonso Caño?

 
R. – Sicuramente si sono indeboliti. Dobbiamo parlare anche della situazione di altre zone, dove molti ragazzi sono reclutati dall’esercito, ed anche eliminati. Li prendono come terroristi, ma poi vengono giustiziati vicino alla frontiera con il Venezuela. In parte sono colpevoli i paramilitari, ma anche l’esercito.

 
D. – In questi anni di impegno del Mlal in Colombia, come avete visto cambiare il Paese? Che Paese è oggi la Colombia?

 
R. – Ci sono grandi cambiamenti. La Colombia in parte ha una situazione macroeconomica abbastanza stabile, a differenza di altri Paesi dell’America Latina, ma ovviamente la crisi economica degli ultimi anni si sta vedendo. Dal punto di vista dei diritti umani, ci sono ancora molte cose da fare, ci sono grandissimi impegni che la società civile sta proponendo, con il governo, che mostrano come il Paese possa trovare una via di uscita.

 
D. – Quali progetti avete in Colombia?

 
R. – Noi abbiamo un progetto di miglioramento delle condizioni di vita per la popolazione “emigrata”, in una zona vicino a Bogotà. E’ un progetto di cui beneficiano 3 mila persone e che dà opportunità ai giovani di reinserirsi in un processo di sviluppo locale. E’ un progetto costato moltissimo ma che ha cambiato molto la vita delle persone, che ha dato opportunità di lavoro, attraverso le iniziative di microcredito. Si è fatta formazione su tutti i temi dei diritti. La cosa più importante, il cambiamento che ha portato questo progetto, è l’incidenza nella politica pubblica. Noi sentiamo che l’organizzazione della società civile in Colombia adesso è più forte, si fa sentire, fa delle proposte e crea anche tutta una rete di sostegno, di appoggio per una visione molto, molto equilibrata e bilanciata.







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