Messaggio natalizio dei vescovi peruviani: sconfiggere violenza e povertà
“Con la certezza che ci dona la fede”, la buona novella della nascita del Salvatore
“è motivo di allegria e di speranza”. “Fonte di forza per vincere la cultura della
violenza e della morte e per costruire la solidarietà, il progresso e la pace tra
gli uomini e tra i popoli”. E' quanto scrivono, nel loro messaggio per il Natale,
i vescovi del Perú. In comunione con Benedetto XVI chiamano l’intero popolo peruviano
a trarre spunto da questa ricorrenza per “combattere la povertà e costruire la pace”.
Sottolineando l’importanza ed il significato universale del messaggio del Santo Padre
per la Giornata mondiale della pace 2009, i presuli ricordano anche l’angoscia del
Pontefice di fronte alle diverse povertà che affiggono i popoli. Guardando ai complessi
fenomeni della globalizzazione, ribadiscono poi che questo fenomeno “dovrebbe rivestire
anche un significato spirituale e morale, sollecitando a guardare ai poveri nella
consapevole prospettiva di essere tutti partecipi di un unico progetto divino. Il
progetto della vocazione a costituire un'unica famiglia in cui tutti – individui,
popoli e nazioni – regolino i loro comportamenti conformandoli ai principi di fraternità
e di responsabilità”. Il Santo Padre - scrivono poi i vescovi - “ci rammenta l’emarginazione,
la povertà nei rapporti morali e spirituali nelle società ricche e sviluppate. E,
dunque, l’esistenza di persone disorientate interiormente e colpite da diverse forme
di malessere, nonostante il loro progresso economico”. Il Papa ci ricorda ugualmente
- proseguono i presuli peruviani - “tutte le conseguenze morali della povertà in rapporto
con la questione demografica: le campagne per ridurre la natalità e lo sterminio in
nome della lotta contro la povertà di milioni di bambini non ancora nati”. Dopo il
ricordo rivolto ai bambini del mondo e tenendo presente, soprattutto, che oltre la
metà dei poveri del pianeta sono bimbi, i vescovi riflettono anche “sui gravi problemi
che colpiscono i peruviani”. Non perdono però la speranza poiché – affermano - “in
mezzo a tante difficoltà e ostacoli, sono visibili segni incoraggianti e comportamenti
onesti e solidali che occorre riconoscere”. “Siamo testimoni di autentici gesti di
solidarietà e di amore verso il prossimo proprio nei momenti in cui si presentano
situazioni difficili ed estreme. La tragedia del terremoto del 15 agosto 2007 ci ha
dato una grande lezione. La sofferenza dei feriti e delle famiglie che hanno perso
i loro cari o le loro case ci ha offerto l’occasione per far crescere la nostra sensibilità
nei confronti del dolore umano. Si è risvegliata la solidarietà” e questo - assicurano
i vescovi - incoraggia tutti nella “costruzione di una cultura di servizio, sempre
solidale, e permanente”. Il Santo Padre – si legge infine nel messaggio - ci incoraggia
a lottare contro la povertà. Questo esige da noi “uomini e donne capaci di vivere
in profondità la fratellanza per accompagnare tutti sull’autentico cammino dello sviluppo
umano”. (A cura di Luis Badilla)