2008-12-20 15:54:48

Italia: il Pd alla prova delle inchieste giudiziarie


La questione morale è tornata ormai da giorni ad occupare le pagine della politica italiana, tanto che si parla di una nuova Tangentopoli. Stavolta le inchieste giudiziarie riguardano amministrazioni locali governate dal centrosinistra. Ieri al direttivo del Partito democratico il segretario Veltroni ha detto: o innoviamo o falliremo. Da parte sua il premier Berlusconi insiste sulla necessità della riforma della giustizia. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3  
Intercettazioni, avvisi di garanzia, arresti, interrogatori. Ricalca la sceneggiatura di 16 anni fa il brutto film su politica e affari proiettato in questi giorni. Stavolta le indagini si concentrano su regioni guidate dal Partito democratico: Abruzzo, Campania, Basilicata. Ieri Veltroni ha riunito la direzione e ha provato a dare una scossa ai suoi: il Pd, ha detto, non è ancora quello immaginato dai suoi fondatori al momento della nascita. Ma le condizioni per il rilancio ci sono e sarebbe un suicidio tornare alle proprie case di partenza. Su questo c’è larga condivisione, messa nera su bianco nel documento approvato quasi all’unanimità. Restano però letture diverse su questioni di fondo. Ad esempio, D’Alema ha affermato che per il Pd la questione morale nasce non dalle vicende giudiziarie ma da debolezza politica: siamo un amalgama sin qui malriuscita, ha detto il presidente Pd. C’è poi il tema alleanze, esploso dopo il voto in Abruzzo che ha registrato una consistente flessione del Pd e una altrettanto forte avanzata dell’Italia dei Valori. Siamo due opposizioni diverse, ha sottolineato Veltroni, per il quale comunque il Pd non può vincere da solo. Non è allora passata la mozione Follini che chiedeva di rompere l’alleanza con il partito di Di Pietro. Il quale commenta a distanza: parlando di due opposizioni diverse, Veltroni si condanna ad una sconfitta eterna. C’è poi il capitolo dei rapporti con il Governo Berlusconi. Il Pd è disponibile al confronto sulla riforma della giustizia a condizione che non sia contro magistrati o avvocati. Ma, aggiunge Veltroni, il Pd non può accettare lezioni morali dal premier che ha scelto di fronteggiare le proprie situazioni con leggi ad personam. La risposta di Berlusconi è a stretto giro di posta: con questo Pd non si può fare nulla assieme. Ma nei due schieramenti sono in molti a muoversi per tenere aperto il canale del dialogo. Il banco di prova sarà proprio la riforma della giustizia che, come annunciato dal presidente del Consiglio, sarà all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri dopo le festività natalizie. E sarà immediatamente presentata all’esame del Parlamento. 







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