Intensificare la ricerca delle radici cristiane per edificare una società più umana:
così il Papa al Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana
Un appello ad intensificare “la ricerca delle radici cristiane della nostra società”
per edificare una civiltà “a dimensione veramente umana” è stato lanciato oggi dal
Papa nell’incontro con i membri del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.
Ha rivolto il saluto d'omaggio al Pontefice, il gran cancelliere, il cardinale Zenon
Grocholewski. L’Istituto compie quest’anno 83 anni: è stato fondato infatti nel 1925
da Pio XI. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il Papa ha
espresso il suo “vivo apprezzamento per la preziosa e feconda attività culturale,
letteraria ed accademica” che svolge il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana
“a servizio della Chiesa e, più in generale, della cultura”. Un istituto che “si propone
di far conoscere i monumenti paleocristiani soprattutto di Roma”, cercando di “venire
incontro alle attese di quanti hanno a cuore la conoscenza e lo studio delle ricche
memorie storiche della comunità cristiana”. Si tratta di far “comprendere il passato
rendendolo presente agli uomini di oggi” affrontando “una realtà complessa” come quella
della Chiesa dei primi secoli. “Quando si tratta di descrivere la storia della Chiesa,
che è “segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere
umano” (LG 1) – ha affermato il Papa - la paziente ricerca dell’archeologo non può
prescindere dal penetrare pure le realtà soprannaturali, senza tuttavia rinunciare
all’analisi rigorosa dei reperti archeologici”:
“Non
è possibile una completa visione della realtà di una comunità cristiana, antica o
recente che essa sia, se non si tiene conto che la Chiesa è composta di un elemento
umano e di un elemento divino. Cristo, il suo Signore, abita in essa e l’ha voluta
come ‘comunità di fede, di speranza, di carità, quale organismo visibile, attraverso
il quale diffonde per tutti la verità e la grazia’ (LG 8). In questa pre-comprensione
teologica, il criterio di fondo non può che essere quello di lasciarsi conquistare
dalla verità ricercata nelle sue autentiche fonti, con un animo sgombro da passioni
e pregiudizi, essendo l’archeologia cristiana una scienza storica, e come tale basata
sullo studio metodico delle fonti”. “La
diffusione della cultura artistica e storica in tutti i settori della società – ha
proseguito il Papa - fornisce agli uomini del nostro tempo i mezzi per ritrovare le
proprie radici e per attingervi gli elementi culturali e spirituali che li aiutino
ad edificare una società a dimensione veramente umana”:
“Ogni
uomo, ogni società, ha bisogno di una cultura aperta alla dimensione antropologica,
morale e spirituale dell’esistenza. E' pertanto mio fervido auspicio che, grazie anche
al lavoro del vostro benemerito Istituto, prosegua ed anzi si intensifichi la ricerca
delle radici cristiane della nostra società. L’esperienza del vostro Istituto prova
che lo studio dell’archeologia, specialmente dei monumenti paleocristiani, consente
di approfondire la conoscenza della verità evangelica che ci è stata trasmessa, ed
offre l’opportunità di seguire i maestri e testimoni della fede che ci hanno preceduto”. “Conoscere
l'eredità delle generazioni cristiane passate – ha concluso Benedetto XVI - permette
a quelle successive di mantenersi fedeli al depositum fidei della prima comunità cristiana
e, proseguendo sullo stesso cammino, continuare a far risuonare in ogni tempo e in
ogni luogo l'immutabile Vangelo di Cristo”.