“Scambi significativi e utili” tra le delegazioni di Israele e Santa Sede nella riunione
della Commissione bilaterale, a Gerusalemme
Si è conclusa ieri presso il Ministero degli esteri a Gerusalemme la riunione della
Commissione bilaterale permanente fra la Santa Sede e lo Stato di Israele, nella quale
si è manifestata la chiara volontà di risolvere le differenze per applicare il Trattato
Fondamentale ("Fundamental Agreement") firmato il 30 dicembre 1993, che ha
permesso di intavolare relazioni diplomatiche reciproche. La delegazione israeliana
era guidata dal direttore generale del Ministero degli esteri, Aaron Abramovich, mentre
quella della Santa Sede dal sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro
Parolin, accompagnato tra gli altri dal segretario della Congregazione per le Chiese
Orientali, Antonio Maria Vegliò, e dal nunzio apostolico in Israele, mons. Antonio
Franco. Dopo la riunione, è stato emesso un comunicato congiunto in cui si annuncia
che "la Commissione di lavoro terrà i prossimi incontri il 15 gennaio, il 18 febbraio,
il 5 marzo e il 26 marzo" e si annuncia anche che la prossima riunione plenaria -
prevista per il mese di giugno - sara anticipata al 23 aprile 2009. II servizio di
Roberto Piermarini:
Con
queste intense riunioni, afferma il testo, le due delegazioni vogliono mostrare la
loro volontà di "accelerare i dialoghi e, concludere l'accordo al più presto". Come
per i precedenti comunicati, anche quello di ieri parla di "atmosfera di grande cordialità
e di buona volontà”; di lavoro indirizzato a "giungere a un mutuo desiderato accordo”
e di scambi "significativi e utili”. L'annuncio sull'accelerazione
del dialogo è estremamente significativo - anche nel contesto di un possibile viaggio
di Benedetto XVI in Terra Santa - perche negli ultimi anni i negoziati erano avanzati
in modo piuttosto lento. Dal 2002 al 2007, infatti, si erano addirittura fermati.
I negoziati cercano di raggiungere un accordo su tutte le questioni di proprietà e
imposte che sono pendenti, perché la Chiesa possa contare sulla sicurezza giuridica
e fiscale che le permetta di svolgere il suo operato. Quando la Santa Sede ha stabilito
relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele nel 1993, come gesto di buona volontà
Giovanni Paolo II ha optato per proporre un "Accordo Fondamentale" e negoziare in
seguito tali questioni nel dettaglio. Per Benedetto XVI hanno grande importanza questi
colloqui per il consolidamento della presenza della Chiesa in Terra Santa.