Il Papa all'Ufficio vaticano del Lavoro: in questo Natale, i fedeli siano solidali
con chi è colpito dalla crisi dell'occupazione
In questo periodo che ci avvicina al Natale, i fedeli sono chiamati ad essere solidali
nei confronti di chi è colpito dalla crisi del lavoro: è l’esortazione di Benedetto
XVI contenuta nel discorso ai membri dell’Ulsa, l’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica,
ricevuti stamani in Vaticano in occasione del 20.mo anniversario della sua fondazione
da parte di Giovanni Paolo II. Il Papa ha indicato nell’amore per la Chiesa, la giustizia
e la solidarietà i principi che devono guidare i dipendenti vaticani nel loro operato.
L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dal cardinale Francesco Marchisano,
presidente dell’Ulsa. Il servizio di Alessandro Gisotti:
La crisi
del lavoro che preoccupa oggi l’umanità è nei pensieri di Benedetto XVI. Parlando
ai membri dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, il Papa ha espresso l’auspicio
che questo Natale divenga un’occasione per essere solidali nei confronti di chi si
trova in una situazione di disagio economico:
“Chi
ha la possibilità di lavorare sia riconoscente al Signore e apra con generosità l’animo
a chi invece si trova in difficoltà lavorative ed economiche. Il Bambino Gesù, che
nella Notte Santa di Betlemme si è fatto uomo per venire incontro alle nostre difficoltà,
guardi con bontà a quanti sono duramente provati da questa crisi mondiale e susciti
in tutti sentimenti di autentica solidarietà”. Il
Papa si è quindi soffermato sulla specificità dell’attività della comunità lavorativa
della Santa Sede, auspicando che essa divenga “sempre più efficiente e solidale”:
“In
questa circostanza, vorrei sottolineare come la comunità di lavoro costituita da quanti
operano nei vari uffici ed organismi della Santa Sede, formi una singolare 'famiglia',
i cui membri sono uniti, oltre che da vincoli funzionali, da una stessa missione,
che è quella di aiutare il Successore di Pietro nel suo ministero al servizio della
Chiesa universale”. L’attività
professionale di quanti lavorano per la Santa Sede, ha proseguito, costituisce dunque
una “vocazione da coltivare con cura e spirito evangelico, vedendo in essa una concreta
via alla santità”. Se infatti, ha spiegato, è “importante il rispetto dei principi
della giustizia e della solidarietà ben enucleati dalla dottrina sociale della Chiesa,
è indispensabile soprattutto il comune sforzo sorretto dalla convinta adesione a Cristo
e dall’amore sincero per la sua Chiesa”:
“Questo
domanda che l’amore per Cristo e per i fratelli, insieme a un condiviso senso ecclesiale,
animi e vivifichi la competenza e la dedizione, la professionalità, l’impegno onesto
e corretto, la responsabilità attenta e matura, rendendo in questo modo preghiera
il lavoro stesso, qualunque esso sia”. E’ questo, ha ribadito,
“un permanente compito formativo e spirituale, a cui possono offrire il loro apporto
tutti: cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici”. Ha così auspicato
che nei vari dicasteri e uffici vaticani non “venga mai meno la ricerca della giustizia
e la costante tensione verso la santità”. Il Pontefice non ha mancato inoltre di porre
in luce il servizio dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica volto a prevenire
“ogni eventuale dissidio concernente i lavoratori alle dipendenze della Sede Apostolica”.
Tutto ciò, ha detto il Pontefice, mira a consolidare la comunità di lavoro, Proprio
così, ha sottolineato, “cooperando alla migliore organizzazione della comunità di
lavoro della Sede Apostolica, il vostro Ufficio consegue il raggiungimento dei fini
per cui è stato costituito”.