2008-12-19 13:50:10

Il Papa all'Ufficio vaticano del Lavoro: in questo Natale, i fedeli siano solidali con chi è colpito dalla crisi dell'occupazione


In questo periodo che ci avvicina al Natale, i fedeli sono chiamati ad essere solidali nei confronti di chi è colpito dalla crisi del lavoro: è l’esortazione di Benedetto XVI contenuta nel discorso ai membri dell’Ulsa, l’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, ricevuti stamani in Vaticano in occasione del 20.mo anniversario della sua fondazione da parte di Giovanni Paolo II. Il Papa ha indicato nell’amore per la Chiesa, la giustizia e la solidarietà i principi che devono guidare i dipendenti vaticani nel loro operato. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dal cardinale Francesco Marchisano, presidente dell’Ulsa. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

La crisi del lavoro che preoccupa oggi l’umanità è nei pensieri di Benedetto XVI. Parlando ai membri dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, il Papa ha espresso l’auspicio che questo Natale divenga un’occasione per essere solidali nei confronti di chi si trova in una situazione di disagio economico:

 
“Chi ha la possibilità di lavorare sia riconoscente al Signore e apra con generosità l’animo a chi invece si trova in difficoltà lavorative ed economiche. Il Bambino Gesù, che nella Notte Santa di Betlemme si è fatto uomo per venire incontro alle nostre difficoltà, guardi con bontà a quanti sono duramente provati da questa crisi mondiale e susciti in tutti sentimenti di autentica solidarietà”.

 
Il Papa si è quindi soffermato sulla specificità dell’attività della comunità lavorativa della Santa Sede, auspicando che essa divenga “sempre più efficiente e solidale”:

 
“In questa circostanza, vorrei sottolineare come la comunità di lavoro costituita da quanti operano nei vari uffici ed organismi della Santa Sede, formi una singolare 'famiglia', i cui membri sono uniti, oltre che da vincoli funzionali, da una stessa missione, che è quella di aiutare il Successore di Pietro nel suo ministero al servizio della Chiesa universale”.

 
L’attività professionale di quanti lavorano per la Santa Sede, ha proseguito, costituisce dunque una “vocazione da coltivare con cura e spirito evangelico, vedendo in essa una concreta via alla santità”. Se infatti, ha spiegato, è “importante il rispetto dei principi della giustizia e della solidarietà ben enucleati dalla dottrina sociale della Chiesa, è indispensabile soprattutto il comune sforzo sorretto dalla convinta adesione a Cristo e dall’amore sincero per la sua Chiesa”:

 
“Questo domanda che l’amore per Cristo e per i fratelli, insieme a un condiviso senso ecclesiale, animi e vivifichi la competenza e la dedizione, la professionalità, l’impegno onesto e corretto, la responsabilità attenta e matura, rendendo in questo modo preghiera il lavoro stesso, qualunque esso sia”.
 
E’ questo, ha ribadito, “un permanente compito formativo e spirituale, a cui possono offrire il loro apporto tutti: cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici”. Ha così auspicato che nei vari dicasteri e uffici vaticani non “venga mai meno la ricerca della giustizia e la costante tensione verso la santità”. Il Pontefice non ha mancato inoltre di porre in luce il servizio dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica volto a prevenire “ogni eventuale dissidio concernente i lavoratori alle dipendenze della Sede Apostolica”. Tutto ciò, ha detto il Pontefice, mira a consolidare la comunità di lavoro, Proprio così, ha sottolineato, “cooperando alla migliore organizzazione della comunità di lavoro della Sede Apostolica, il vostro Ufficio consegue il raggiungimento dei fini per cui è stato costituito”.







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