2008-12-19 07:41:27

All'Onu, la posizione della Santa Sede sulla depenalizzazione dell'omosessualità


Sessantasei Paesi hanno fatto appello ieri all'Onu di New York per la depenalizzazione universale dell’omosessualità. Una dichiarazione, contenente tale richiesta, è stata letta all’Assemblea Generale dall'ambasciatore argentino a nome dei Paesi che la sostengono, compresi i 27 dell'Unione Europea che se ne sono fatti promotori attraverso il ministro francese per i Diritti Umani. Fanno parte dell'Assemblea Generale 192 Nazioni: una sessantina di queste, guidate dall'Egitto, ha presentato una contro-dichiarazione. La Santa Sede ha chiarito la propria posizione con un intervento dell’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente presso l’ONU. Il servizio di Giada Aquilino: RealAudioMP3

Di seguito, il testo dell'intervento dell'arcivescovo Migliore:

La Santa Sede apprezza gli sforzi fatti nella “Declaration on human rights, sexual orientation and gender identity” – presentata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 Dicembre 2008 - per condannare ogni forma di violenza nei confronti di persone omosessuali, come pure per spingere gli Stati a prendere tutte le misure necessarie per metter fine a tutte le pene criminali contro di esse.

Allo stesso tempo, la Santa Sede osserva che la formulazione di questa Dichiarazione va ben aldilà dell’intento sopra indicato e da essa condiviso.

In particolare, le categorie “orientamento sessuale” e “identità di genere”, usate nel testo, non trovano riconoscimento o chiara e condivisa definizione nella legislazione internazionale. Se esse dovessero essere prese in considerazione nella proclamazione e nella traduzione in pratica di diritti fondamentali, sarebbero causa di una seria incertezza giuridica, come pure verrebbero a minare la capacità degli Stati alla partecipazione e alla messa in atto di nuove o già esistenti convenzioni e standard sui diritti umani.

Nonostante che la Dichiarazione giustamente condanni tutte le forme di violenza contro le persone omosessuali e affermi il dovere di proteggerle da esse, il documento, considerato nella sua interezza, va aldilà di questo obiettivo e dà invece origine a incertezza delle leggi e mette in questione le norme esistenti sui diritti umani.

La Santa Sede continua a sostenere che ogni segno di ingiusta discriminazione nei confronti delle persone omosessuali dev’essere evitato, e spinge gli Stati a metter fine alle pene criminali contro di esse.







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