Uganda: il vescovo di Gulu denuncia bombardamenti indiscriminati
“Le bombe che stanno esplodendo in queste ore nel parco della Garamba non fanno distinzione
tra militari e civili; donne e bambini stanno perdendo la vita, e insieme a loro vengono
purtroppo seminati nuovi semi di odio e di rancore”. Parla così John Baptist Odama,
arcivescovo di Gulu nel nord dell’Uganda, dell’offensiva militare che domenica scorsa
ha visto schierate truppe ugandesi, del Congo e del Sud Sudan contro i ribelli ugandesi
dell’Esercito di resistenza del Signore ( Lord’s resistance army ). Dopo che alla
fine di novembre il leader dei ribelli, Joseph Kony, non si era presentato alla cerimonia
per la firma degli accordi di pace che avrebbero sancito la fine di ben 22 anni di
guerra, sono ripresi i bombardamenti che stanno distruggendo la Provincia orientale
della Repubblica democratica del Congo. “Quel che sta accadendo è irragionevole e
ingiustificato; le delegazioni dei ribelli e del governo avevano raggiunto un accordo
e mancava soltanto la firma del capo dei ribelli e del presidente Yoweri Museveni,
è prevalsa invece l’impazienza, sono venuti meno lo spirito di pace, la compassione,
la tolleranza, la voglia di riconciliazione, non c’era proprio bisogno di una guerra,
essa porta con se dolori, altre conseguenze funeste, odio, rancore e desideri di vendette”.
Prosegue così mons. Odama, raggiunto dall’Agenzia Misna, e racconta ancora che “i
bombardamenti di cui sentiamo ma di cui nulla sappiamo, stanno sicuramente strappando
vite umane e avranno conseguenze”. Proprio per l’isolamento dell’area non si hanno
notizie di quello che sta accadendo, ma si teme per la sorte di centinaia di civili
che rapiti dai ribelli si troverebbero nelle loro basi, proprio i posti più colpiti
dalle bombe lanciate dai caccia bombardieri utilizzati dall’esercito per questa battaglia.
( F.C. )