2008-12-18 15:57:11

La Chiesa in Bolivia condanna gli scontri di Patacamaya


La Conferenza episcopale della Bolivia ha condannato ieri con fermezza l’uccisione, lunedì scorso, di un giovane di 27 anni, Nelson Aduviri, durante gli scontri avvenuti tra la polizia e alcuni importatori di veicoli usati nella località di Patacamaya, sulla strada che porta al confine con il Cile. Nel comunicato i vescovi esprimono affetto e solidarietà ai familiari della vittima e, al tempo stesso, chiedono alle autorità di chiarire i fatti e punire i colpevoli. Gli stessi sentimenti di partecipazione sono estesi ai numerosi feriti, registrati sia tra i manifestanti che tra le forze dell’ordine. In situazioni simili “occorre riprendere la via del dialogo, con realismo, serenità e senso critico”, sottolineano i presuli che aggiungono: “La Chiesa cattolica ribadisce davanti all’opinione pubblica nazionale che i fini legittimi nulla hanno a che vedere con la violenza che offende la dignità umana”. Intanto il Ministro degli interni Alfredo Rada ha confermato, secondo quanto stabilito dalla perizia medica, che il giovane manifestante è stato raggiunto da alcune pallottole e che sarà aperta un’inchiesta sui fatti. Inoltre, ha precisato il ministro, i cittadini peruviani arrestati durante le proteste degli importatori, che manifestavano contro recenti decisioni del governo boliviano, saranno espulsi dal Paese anche perché, ha precisato, molti di loro sono residenti illegali. I fatti hanno avuto inizio lo scorso lunedì, quando gli importatori e i loro dipendenti hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla pessima situazione del settore bloccando la strada, a 100 chilometri dalla capitale. In un incontro con la stampa i lavoratori hanno quindi chiesto al Presidente Evo Morales l’annullamento del decreto che vieta l’importazione di veicoli usati che abbiano più di cinque anni. Con l’arrivo della polizia le versioni si sono fatte confuse e contraddittorie. Mentre i lavoratori dicono che la protesta è stata interrotta con la violenza, le autorità sostengono che si è trattato di una normale operazione di ordine pubblico per ripristinare l’esercizio di un diritto impedito. Fonti locali riferiscono inoltre di una seconda vittima ma la notizia non è confermata dalle autorità locali. (A cura di Luis Badilla)







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