Il Papa al Centro Televisivo Vaticano: un servizio prezioso per la comunione della
Chiesa e le attese umane e spirituali dell'uomo contemporaneo
Un servizio “allargato … ai confini del mondo” che risponde “alle attese umane e spirituali”
dell’uomo di oggi: così il Papa ha definito il lavoro svolto dal CTV, il Centro Televisivo
Vaticano, incontrando stamani dirigenti e dipendenti del Centro, accompagnati dai
familiari, in occasione del 25.mo anniversario di fondazione. Ha rivolto il saluto
d’omaggio al Pontefice, il direttore generale del CTV, padre Federico Lombardi. Il
servizio di Sergio Centofanti.
Benedetto
XVI ha espresso la propria soddisfazione per il “servizio prezioso” che svolge il
Centro Televisivo Vaticano “per la comunione della Chiesa” permettendo a “un numero
sempre più grande di fedeli” nel mondo di seguire “ciò che avviene al centro della
Chiesa” anche grazie alla collaborazione con “non poche televisioni cattoliche” che
trasmettono le riprese del CTV. Eventi spesso di carattere liturgico:
“La
liturgia è veramente il culmine della vita della Chiesa, tempo e luogo di rapporto
profondo con Dio. Seguire l’evento liturgico attraverso l’occhio attento della telecamera,
per permettere una vera partecipazione spirituale anche a coloro che non possono essere
fisicamente presenti, è compito alto e impegnativo, che richiede anche da voi una
preparazione seria e una vera sintonia spirituale con ciò di cui siete – in certo
modo – il tramite”. Ma il CTV, voluto da Giovanni Paolo
II nel 1983 – ha ricordato il Papa – “non raggiunge solo i fedeli cattolici”:
“Mettendo
le immagini a disposizione delle più grandi agenzie televisive mondiali e delle grandi
televisioni nazionali o commerciali, voi favorite un’adeguata e tempestiva informazione
sulla vita e sull’insegnamento della Chiesa nel mondo di oggi, a servizio della dignità
della persona umana, della giustizia, del dialogo e della pace”.
Si
tratta di un servizio che vuole inserirsi sempre di più nel contesto delle nuove tecnologie
della comunicazione:
“Affinché la Chiesa continui
ad essere presente con il suo messaggio ‘nel grande areopago’ della comunicazione
sociale – come lo definiva Giovanni Paolo II – e non si trovi estranea agli spazi
in cui innumerevoli giovani navigano alla ricerca di risposte e di senso per la loro
vita, dovete cercare le vie per diffondere, in forme nuove, voci e immagini di speranza
attraverso la rete telematica che avvolge il nostro pianeta con maglie sempre più
fitte”.
In questa prospettiva il Papa auspica
una sempre maggiore “convergenza” fra i diversi media al servizio della Santa Sede:
“Già
da sempre la collaborazione fra il vostro Centro e la Radio Vaticana è stata molto
stretta ed è andata crescendo, perché nelle trasmissioni l’immagine e il suono non
possono venire separati. Ma oggi Internet chiama a una integrazione sempre crescente
della comunicazione scritta, sonora e visiva, e sfida quindi ad allargare e intensificare
le forme di collaborazione fra i media che sono al servizio della Santa Sede”.
Benedetto
XVI ha incoraggiato quindi il CTV “ad affrontare con fiducia” l’importante compito
istituzionale dell’archivio delle immagini riprese nel corso degli anni: si tratta
di “una risorsa preziosa, non solo per la produzione di programmi televisivi attuali
e futuri, ma … per la storia della Santa Sede e della Chiesa”.
Il
Papa infine ha voluto ricordare Emilio Rossi, scomparso il 4 dicembre scorso, per
diversi anni presidente del CTV e poi presidente del suo Consiglio di Amministrazione,
“offrendo – ha detto - la testimonianza di un generoso e competente servizio alla
Chiesa e alla società”.
Un ricordo cui si è unito
con commozione anche padre Lombardi. Il direttore del CTV, nel suo indirizzo al Papa,
ha quindi spiegato cosa sia in effetti il Centro Televisivo Vaticano:
“A
chi ci interroga dobbiamo spiegare che non siamo una stazione televisiva con una propria
programmazione, ma siamo – appunto – un Centro di produzione, che riprende e mette
a disposizione delle televisioni di tutto il mondo le immagini dell’attività del Santo
Padre, in diretta o registrate, a seconda delle situazioni. Spieghiamo ai nostri interlocutori
che, quando vedono a casa comparire sul piccolo schermo il Papa in Vaticano, anche
se stanno guardando la RAI o la Bayerische Rundfunk o la CNN, nella quasi totalità
dei casi all’origine ci siamo noi, anche se ciò non viene quasi mai detto. In realtà,
in un anno trasmettiamo in diretta circa 230 avvenimenti, ed archiviamo circa 2000
ore di nostre registrazioni”.
All’udienza hanno partecipato
anche il cardinale John Patrick Foley, primo presidente del Centro, e padre Antonio
Stefanizzi, segretario del CTV per molti anni.