2008-12-18 15:42:36

Il cardinale Antonelli: Lejeune non vinse il Nobel perché era contro l'aborto


E’ stato assegnato ieri pomeriggio, a Strasburgo, alla memoria del genetista francese Jérome Lejeune, il primo Premio per la Vita intitolato a Madre Teresa di Calcutta. Sempre nella città francese, in mattinata, si è svolta invece la cerimonia del Premio Sacharov, il riconoscimento del Parlamento europeo per chi si distingue nella difesa dei diritti umani e che nel 2008 festeggia vent’anni. Da Strasburgo, ci riferisce Fausta Speranza: RealAudioMP3

Il diritto alla vita rappresenta il primo, basilare diritto di ogni persona umana. E’ la convinzione del presidente del Movimento per la Vita italiano, l’europarlamentare Carlo Casini che ha organizzato la cerimonia del Premio per la Vita proprio nello stesso giorno in cui il Parlamento europeo ha consegnato il Premio Sacharov che festeggia quest’anno 20 anni. Il tutto a 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Un contesto dunque importante per un premio che è stato consegnato dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha ricordato l’eccezionale impegno a difesa della vita di Madre Teresa di Calcutta e la grande testimonianza che ha lasciato lo scienziato Jérome Lejeune che definito strenuo difensore della vita:

“Due figure che hanno tanto lavorato, tanto si sono impegnate con tanto amore, con tanta intelligenza, tanta dedizione per la promozione della vita umana, per andare incontro a tutte le persone che sono rifiutate, che sono sofferenti, che sono nel bisogno, a cominciare proprio dai bambini non nati. Ricordiamo il grido di Madre Teresa: 'Dateli a me se vi fanno paura, se vi fa paura avere ancora dei bambini' e lei ne ha salvati tanti, migliaia e migliaia, proprio con l’adozione preventiva. Il professor Lejeune, si può dire che ha perduto il Premio Nobel, era consapevole di questo, proprio per la sua pubblica, coraggiosa, strenua, intelligentissima difesa della vita contro la legalizzazione dell’aborto in Francia. Quindi, c’è la memoria innanzitutto di questi due grandi personaggi che sono per tutti un invito a riflettere, a pensare e ad operare per la dignità dell’uomo, per la difesa della vita che è il primo dei diritti dell’uomo, per la famiglia che crea l’ambiente giusto, sia per la nascita di nuove persone, sia per la loro crescita, per la loro educazione e quindi, anche indirettamente, la famiglia dà il più grande contributo alla società, è vitale per la società stessa. Mi pare che in Europa, proprio a partire dalle preoccupazioni per la demografia, per il calo della natalità, ci sia un risveglio di attenzione a favore della vita e quindi anche a favore della famiglia. Ci sono diversi pronunciamenti, diverse raccomandazioni, diversi studi, degli organismi europei che vanno in questa direzione e speriamo che siano un inizio. Certo, ancora, non si può dire che vita e famiglia siano per l’Europa una priorità. Bisogna che tutti gli uomini di buona volontà si impegnino con intelligenza, con determinazione, con perseveranza.”

Il professor Lejeune è scomparso poco dopo essere stato nominato da Giovanni Paolo II presidente dell’Accademia per la Vita e dunque, a ricevere il premio, è stata la moglie.







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