Il cardinale Antonelli: Lejeune non vinse il Nobel perché era contro l'aborto
E’ stato assegnato ieri pomeriggio, a Strasburgo, alla memoria del genetista francese
Jérome Lejeune, il primo Premio per la Vita intitolato a Madre Teresa di Calcutta.
Sempre nella città francese, in mattinata, si è svolta invece la cerimonia del Premio
Sacharov, il riconoscimento del Parlamento europeo per chi si distingue nella difesa
dei diritti umani e che nel 2008 festeggia vent’anni. Da Strasburgo, ci riferisce
FaustaSperanza:
Il diritto
alla vita rappresenta il primo, basilare diritto di ogni persona umana. E’ la convinzione
del presidente del Movimento per la Vita italiano, l’europarlamentare Carlo Casini
che ha organizzato la cerimonia del Premio per la Vita proprio nello stesso giorno
in cui il Parlamento europeo ha consegnato il Premio Sacharovche festeggia
quest’anno 20 anni. Il tutto a 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo. Un contesto dunque importante per un premio che è stato consegnato dal
cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio
per la Famiglia, che ha ricordato l’eccezionale impegno a difesa della vita di Madre
Teresa di Calcutta e la grande testimonianza che ha lasciato lo scienziato Jérome
Lejeune che definito strenuo difensore della vita:
“Due figure che hanno
tanto lavorato, tanto si sono impegnate con tanto amore, con tanta intelligenza, tanta
dedizione per la promozione della vita umana, per andare incontro a tutte le persone
che sono rifiutate, che sono sofferenti, che sono nel bisogno, a cominciare proprio
dai bambini non nati. Ricordiamo il grido di Madre Teresa: 'Dateli a me se vi fanno
paura, se vi fa paura avere ancora dei bambini' e lei ne ha salvati tanti, migliaia
e migliaia, proprio con l’adozione preventiva. Il professor Lejeune, si può dire che
ha perduto il Premio Nobel, era consapevole di questo, proprio per la sua pubblica,
coraggiosa, strenua, intelligentissima difesa della vita contro la legalizzazione
dell’aborto in Francia. Quindi, c’è la memoria innanzitutto di questi due grandi personaggi
che sono per tutti un invito a riflettere, a pensare e ad operare per la dignità dell’uomo,
per la difesa della vita che è il primo dei diritti dell’uomo, per la famiglia che
crea l’ambiente giusto, sia per la nascita di nuove persone, sia per la loro crescita,
per la loro educazione e quindi, anche indirettamente, la famiglia dà il più grande
contributo alla società, è vitale per la società stessa. Mi pare che in Europa, proprio
a partire dalle preoccupazioni per la demografia, per il calo della natalità, ci sia
un risveglio di attenzione a favore della vita e quindi anche a favore della famiglia.
Ci sono diversi pronunciamenti, diverse raccomandazioni, diversi studi, degli organismi
europei che vanno in questa direzione e speriamo che siano un inizio. Certo, ancora,
non si può dire che vita e famiglia siano per l’Europa una priorità. Bisogna che tutti
gli uomini di buona volontà si impegnino con intelligenza, con determinazione, con
perseveranza.”
Il professor Lejeune è scomparso poco dopo essere stato
nominato da Giovanni Paolo II presidente dell’Accademia per la Vita e dunque, a ricevere
il premio, è stata la moglie.