I vescovi d’Europa in difesa della 'domenica' come giorno di riposo
“La domenica, a rischio nella vita attuale” è il titolo del documento che i vescovi
francesi hanno diffuso a commento della futura Direttiva europea sull’orario di lavoro.
Nel testo – riferisce – Zenit - i presuli sottolineano l’importanza di rispettare
la domenica perché – si legge - da un lato è necessario “un tempo per riposare, vivere
in famiglia, avere una vita sociale e svolgere varie attività culturali, sportive”,
e dall’altro l'economia e il lavoro “non possono avere l'ultima parola nella vita
sociale”. Cancellare il carattere particolare della domenica, avvertono, “è una via
facile che, con il pretesto del liberalismo, toglie all'uomo un'indicazione oggettiva,
iscritta nel tempo, della sua dimensione spirituale”. E non è utile, giacché se i
grandi esercizi commerciali intendono così “dinamizzare l'economia”, questa misura
in realtà non è efficace perché il problema “ha più a che vedere con il potere d'acquisto
reale dei consumatori”. Per i lavoratori, inoltre, i vantaggi salariali del lavoro
straordinario spariranno, “a meno che non si ricorra a impieghi a tempo parziale,
che continueranno a rafforzare le situazioni precarie di molte famiglie”. Fin dai
primi secoli – spiegano i vescovi - il significato della domenica come giorno dell'Eucaristia
“ha preceduto l'instaurazione della domenica come giorno di riposo settimanale”, che
“ha permesso di arricchire la celebrazione del giorno del Signore” come “giorno dedicato
alla famiglia e alla contemplazione spirituale”. Di fronte alla minaccia della scomparsa
del riposo settimanale, i presuli ricordano che “l'uomo non vive di solo pane”, e
affermano che difendendo la domenica, la Chiesa desidera anche “prestare un servizio
a tutta la società, perché possa trovare un cammino che permetta di rendere la vita
umana sempre più umana”. Un’esigenza, quella di rispettare la domenica, che trova
eco nelle parole di Piotr Mazurkiewicz, segretario generale della COMECE che riunisce
le conferenze episcopali d’Europa, secondo il quale il mancato inserimento della domenica
come giorno privilegiato per il riposo settimanale all’interno della Direttiva europea
rappresenta “un’incoerenza e un atto mancato, se si considera quanto i cittadini europei
si attendano un’Europa sociale che protegge i lavoratori e le loro famiglie”. “E’
importante – conclude Mazurkiewicz – che Chiese, sindacati e organizzazioni della
società civile continuino a mobilitarsi e a parlare con una voce sola negli Stati
membri, in particolare quando occorre difendere i diritti sociali fondamentali”.
(C.D.L.)