2008-12-17 15:21:09

Pubblicati dalla Lev due libri dei cardinali Sodano e Arinze


Episcopato e sacerdozio: due diverse dimensioni di uno stesso ministero, quello del servizio a Cristo e alla Chiesa. E’ ciò che è emerso dalla presentazione, ieri, presso la Sala Marconi della nostra emittente, dei volumi “Verso le origini. Una genealogia episcopale” del cardinale Angelo Sodano, pubblicato in occasione dei 30 anni della sua ordinazione all’episcopato, e “Riflessioni sul sacerdozio. Lettera a un giovane sacerdote” del cardinale Francis Arinze, nel 50.mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Editi dalla Libreria Editrice Vaticana, i volumi individuano un percorso ideale che dalle origini della Chiesa e del Collegio Apostolico giunge fino ad oggi per precisare il ruolo e la missione di vescovi e sacerdoti e indicare al mondo ecclesiastico il modo migliore per vivere la fedeltà a Cristo. C’era per noi Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3
 
“Ogni vescovo esprime (…) i tratti più caratteristici della vita della Chiesa, che è diffusione perenne della buona dottrina evangelica, cooperazione efficace ai grandi problemi della convivenza umana di ordine individuale, domestico e sociale, e nello stesso tempo incoraggiamento a nulla temere dei contrasti (…) apprestati sul suo cammino”. Così il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, tratteggia citando Papa Giovanni XXIII la figura del vescovo: un ruolo che – esprime chiaramente nell’ultimo volume dedicato ai 62 presuli da lui ordinati nei 30 anni del suo Episcopato - resta immutato fin dagli albori della Chiesa, quando Cristo inviò nel mondo i 12 apostoli a diffondere la buona novella. Nell’opera l’autore ricostruisce la propria genealogia episcopale, ricordando i presuli attraverso i quali è stato tramandato fino a lui il ministero dell’Episcopato, e ben chiarisce il significato della successione apostolica. Ascoltiamo il cardinale Angelo Sodano:
 
“La continuazione ininterrotta degli anelli che ci legano al collegio apostolico - per Pietro è più facile perché abbiamo documenti per il collegio apostolico - non è così facile perché nel corso della storia sono aumentati i vescovi: all’inizio erano 12, oggi i vescovi sono circa 4900”.
 
Una continuità quella fra i 12 e i vescovi di oggi che non si esaurisce in un riduttivo passaggio di consegne. Ancora il cardinale Sodano:
 
“Non è solo la stessa dottrina degli apostoli, ma anche è la persona stessa del successore degli apostoli che ha un vincolo: un apostolo ha ordinato un altro, l’altro ha ordinato a sua volta un altro, così uno riceve la grazia dell’episcopato da altri. Quindi, di anello in anello, si cerca di ricostruire fin dove è possibile, questa catena che ci lega ai 12”.

Maestro di Verità, Ministro di Grazia e Guida del popolo di Dio: questi - spiega il decano del collegio cardinalizio – gli uffici di ogni successore degli Apostoli. Ma ogni vescovo è stato e continua ad essere anche un sacerdote, ed in quanto tale deve fondare la propria vita su quattro pilastri: Gesù, la Sacra Scrittura, la Chiesa e la Madonna. A sottolinearlo è il cardinale Franciz Arinze, che nel suo volume dedicato in particolare ai giovani sacerdoti ribadisce l’importanza di conformare il proprio stile di vita a quello di Cristo, nel segno dell’obbedienza, la povertà e la castità:
 
“Si intende per obbedienza l'unità nella Chiesa che inizia con Cristo. C’è unità tra i vescovi e il sacerdote, tra il sacerdote ed il popolo, tra tutti noi e il Santo Padre. E’ in quel senso di fede che si capisce perché il sacerdote deve obbedire ed avere anche buon senso, non come un militare ma come uno che ha fede ed ha amore per Cristo e per la Chiesa. La povertà è anche seguire Cristo: lui era povero, lui non era nell’aristocrazia. La castità: Cristo ha vissuto così, sua madre, Giovanni, Paolo… E lui propone, non impone. L'evangelizzazione si divide in tre elementi: benedire, predicare e raccogliere il popolo di Dio. Il sacerdote compie questa missione sotto la direzione del vescovo, ma fondamentalmente il sacerdozio è unico, il sacerdozio è di Cristo”.
 
Un impegno al quale il cardinale Arinze esorta i sacerdoti ricordando la grazia divina che sempre accompagna il ministero sacerdotale:
 
“Direi ad un giovane sacerdote di percorrere una strada di sacrificio e di gioia: chi non vuol fare sacrifici non avrà la vera gioia. Il dono che hai ricevuto viene da Cristo e non è qualcosa che abbiamo inventato noi, dura da 2000 anni ed ha radici nel Vecchio Testamento ed è molto prezioso”.

Un compito – conclude il porporato - nel quale ogni sacerdote trova sostegno nella preghiera e nella fraterna condivisione con gli altri ministri di Dio.







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