2008-12-17 15:43:00

Il parlamento europeo ha dato il via libera al pacchetto-clima


Con 610 sì, 60 no e 29 astenuti, il parlamento europeo ha approvato il pacchetto-clima composto da sei risoluzioni già approvate venerdì scorso dal Consiglio europeo. Le misure vincolano gli Stati membri a ridurre entro il 2020 le emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990. Prevede anche di portare al 20% il ricorso alle energie rinnovabili nei consumi dell'Ue e di aumentare del 20% l'efficienza energetica. Inoltre, l’Assemblea ha respinto la proposta - avanzata dalla Gran Bretagna e approvata dai ministri dei 27 Paesi europei - di allungare oltre le 48 ore, a determinate condizioni, la settimana lavorativa a meno che lo voglia lo stesso lavoratore. In quel caso potrà raggiungere le 60-65 ore. Ora si aprirà un negoziato tra parlamento e governi dei 27 paesi Ue per definire la questione.

Iraq
Visita a sorpresa in Iraq per il premier britannico, Gordon Brown, che ha annunciato, in accordo con le autorità di Baghdad, il ritiro delle truppe di Londra dal Paese del Golfo entro la prima metà del 2009. La trasferta di Brown è stata funestata da un duplice attentato che, nella capitale, ha provocato 18 vittime, tra cui poliziotti e civili, e 53 feriti. Violenza anche a Mossul, dove una persona è morta per l’esplosione di un’autobomba.

Medio Oriente
All’indomani dell’approvazione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che invita israeliani e palestinesi a rispettare l'impegno di Annapolis per una pace nell’area, non si placano i lanci di razzi sul Neghev. Almeno otto razzi sono stati sparati da miliziani palestinesi in prossimità della scadenza della tregua di sei mesi siglata tra Hamas e Israele.

Usa-Obama
Il presidente eletto degli Stati Uniti, Barak Obama, ha scelto come ministro dell’Agricoltura l'ex governatore dell’Iowa, Tom Vilsack, mentre il senatore Ken Salazar sarà destinato a ricoprire il ruolo di ministro dell’Interno. Le cariche saranno annunciate oggi.

Italia-arresti appalti
Bufera sulla giunta di Napoli. E' in carcere l'imprenditore Alfredo Romeo, coinvolto nell'indagine sulla delibera "Global service", approvata dal Comune per l’affidamento di una serie di lavori pubblici mai partiti per mancanza di copertura finanziaria. Altre 12 persone sono invece agli arresti domiciliari: tra loro, due assessori del Partito democratico, due ex loro colleghi e un ex provveditore alle opere pubbliche, attualmente al Ministero delle infrastrutture. Indagati anche gli onorevoli Renzo Lusetti del Partito democratico e Italo Bocchino del Popolo della libertà. Le accuse sono turbativa d'asta, corruzione e abuso d'ufficio. Nell'inchiesta era coinvolto anche l'ex assessore Nugnes, morto suicida alcune settimane fa.

Italia-Eluana Englaro
Nessuna struttura pubblica o privata legata al Servizio sanitario nazionale è autorizzata ad interrompere i trattamenti basilari come l'idratazione e l'alimentazione dei pazienti che si trovano in stato vegetativo persistente. E’ quanto prevede l’indirizzo alle Regioni diffuso ieri dal ministro della Salute, Maurizio Sacconi, che ricorda il parere del Comitato nazionale per la bioetica, la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e l’articolo 32 della Costituzione Italiana. Per il legale della famiglia di Eluana Englaro, la donna da 17 anni in stato vegetativo, si tratta di un atto che non ha alcun valore legale ed ha ribadito il pronunciamento della Cassazione che autorizzava l’interruzione della somministrazione di alimentazione e idratazione. Proprio ieri, la giovane doveva essere trasferita all'istituto “Città di Udine” per mettere in pratica la sentenza.

Somalia-pirati
La pirateria è ormai uno dei problemi che in Somalia si aggiunge a quello, altrettanto grave, del caos politico che, a causa della guerra civile, da anni regna nel Paese del Corno d’Africa. Ogni giorno natanti di varia nazionalità - 4 imbarcazioni nelle ultime 24 ore - vengono sequestrati e depredati da bande di pirati. Per arginare il fenomeno, ieri il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione che per la prima volta autorizza i Paesi che combattono i pirati a compiere operazioni militari anche sul territorio somalo e nel suo spazio aereo. Sull’efficacia di questa decisione, Giancarlo La Vella ha intervistato Matteo Fagotto, esperto di Africa:RealAudioMP3

R. - Sicuramente, se si vuole controllare il fenomeno della pirateria, bisogna controllare le coste della Somalia. Il problema è riuscire a farlo anche con l’autorizzazione dell’ONU. Rimango scettico sulla possibilità di controllare l’intera costa somala e soprattutto di mandare un contingente militare nell'area, anche se sarebbe l’unico modo per tenere sorvegliata la zona.
 
D. - Perché il fenomeno della pirateria si è concentrato in particolar modo, di fronte alle coste somale?

R. - Prima di tutto per l’assenza dello Stato, che si è liquefatto durante la guerra civile che dura dal 1991. Inizialmente, i pirati controllavano le risorse ittiche che venivano depredate da mercanti di provenienza da tutto il mondo. Poi si sono evoluti diventando una vera e propria organizzazione criminale e, in questo momento, grazie all’appoggio dall’entroterra - quindi dai miliziani che operano nel Paese - la pirateria è diventata molto potente. E' impossibile quindi sconfiggerla solo via mare: bisognerebbe anche controllare i porti somali e tagliare soprattutto quei collegamenti tra i pirati e l’entroterra.
 
D. - E' un fenomeno, secondo te, che rischia di mettere ancor più in ginocchio alcuni Paesi poveri africani, dal momento che le le navi attaccate contengono spesso beni di prima necessità, destinati proprio a questi Paesi?
 
R. - In effetti, i pirati somali non fanno molta distinzione: attaccano di tutto ed è capitato anche che a farne le spese siano state le navi del Programma alimentare mondiale, che inviavano aiuti per milioni di profughi, vittime della guerra civile. Bisogna anche dire, però, che questi attacchi pirata potrebbero mettere in ginocchio soprattutto le forniture di petrolio che vanno dal Medio Oriente all’Europa e che passano, molte volte via nave, attraverso il Golfo di Aden.

Vertice Mercosur
Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, ha inaugurato ieri il 36.mo Vertice dei capi di Stato del Mercosur, il Mercato comune in costruzione in America meridionale, che per la prima volta si è riunito in Brasile senza la partecipazione degli USA. Ce ne parla Maurizio Salvi:RealAudioMP3

Al di là delle dichiarazioni di circostanza, è un fatto che l’appuntamento brasiliano rappresenti un importante passo per la regione poiché, per la prima volta, si è tenuto uno strategico summit di capi di Stato e di governo, latinoamericani, senza la presenza degli Stati Uniti. A riguardo, il presidente brasiliano, Luis Ignacio Lula da Silva, ha assicurato: “Non vogliamo essere spettatori, ma protagonisti degli scenari in cui si decide il benessere dei nostri popoli” e ha aggiunto che “i risultati ottenuti negli ultimi anni, sono ora minacciati da avventurieri che hanno spinto l’economia mondiale verso un precipizio”. Il mutamento di clima è stato segnato anche dalla presenza del presidente cubano, Raul Castro, dalla decisione di considerare Cuba membro a pieno titolo degli organismi del continente e dall’appello firmato dai presidenti, affinché Washington ponga fine all’embargo che da mezzo secolo blocca economicamente l’isola centroamericana. Sotto l’attenta regia del Brasile, infine, i principali leader presenti hanno anche dato vita ad un consiglio di difesa nazionale sud americano.
 
Thailandia-politica
Il re thailandese, Bhumibol, ha firmato un decreto per la nomina del nuovo primo ministro, Abhisit Vejjajiva, a due giorni dall’approvazione del parlamento. Il neo-premier sta già lavorando alla sua squadra di governo ed ha ribadito la priorità delle questioni economiche, annunciando per gennaio un programma di incentivi.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 352
 
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