I vescovi australiani chiedono giustizia e diritti per le comunità aborigene
Nel celebrare il progresso e lo sviluppo della società australiana, non si possono
dimenticare le ingiustizie che ancora subiscono i fratelli delle comunità aborigene:
è quanto afferma mons. Christopher Saunders, presidente dell’Australian Catholic Social
Justice Council (che è la commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale),
in un intervento condiviso con Elsie Heiss, laica cattolica, presidente del Consiglio
Nazionale Cattolico degli Aborigeni. I due leader hanno sottolineato il gap tuttora
esistente fra i segmenti della società australiana e soprattutto le condizioni svantaggiate
in cui vivono le minoranze aborigene: questa situazione richiede un massiccio intervento
dello stato per offrire pari opportunità di sviluppo, nonché gesti di aiuto e solidarietà
concreta da parte di tutti i cittadini australiani, nelle diverse regioni e comunità.
Nonostante i passi avanti compiuti di recente, alla vigilia del Natale 2008 i vescovi
hanno ribadito la necessità di un approccio da parte dello stato che abbandoni il
modello “legge e ordine”, puntato solo sulla repressione dei fenomeni di criminalità,
per adottare un modello teso a migliorare, promuovere e potenziare il pieno inserimento
delle comunità aborigene nel tessuto sociale australiano, soprattutto tramite nuove
opportunità di occupazione e di istruzione, all’insegna di “un genuino dialogo e una
partnership durevole” con le comunità aborigene. Il diritto allo studio e l’accesso
al lavoro sono infatti elementi essenziali per promuovere una autentica integrazione
e una reale partecipazione delle comunità aborigene alla vita sociale, politica e
culturale dell’Australia, per garantire loro i diritti previsti dalla Costituzione
australiana. Attualmente i 517 mila aborigeni presenti in Australia (2,5% del totale
della popolazione) hanno una aspettativa di vita inferiore (59,4 anni contro 76,6
per gli uomini; 64,8 contro 82 per le donne). Lo scarso accesso alle prestazioni sanitarie
colpisce duramente i bambini, che soffrono di malattie legate alla malnutrizione.
Alcolismo, droga e disoccupazione sono i principali problemi di una popolazione ancora
largamente extraurbana, alloggiata in località remote. La Chiesa australiana ha siglato
con il governo accordi per costruire scuole cattoliche nelle comunità indigene, in
modo da porre un freno all'evasione scolastica e alla mancata integrazione nel mondo
del lavoro. (R.P.)