Il cardinale Sodano ricorda il missionario Guglielmo Massaja a 200 anni dalla nascita
In occasione dei 200 anni dalla nascita di Guglielmo Massaja, missionario per oltre
35 anni nel vicariato apostolico dei Galla, in Etiopia, la Società geografica italiana
ha organizzato il convegno “Guglielmo Massaja 1809-1909, all’Africa attraverso l’Africa”.
Durante l'incontro, il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio e
segretario di Stato emerito, come riferisce l’Osservatore Romano, ha ricordato la
figura affascinante e severa del missionario: da frate cappuccino divenne arcivescovo
prima e cardinale poi, per volere di Papa Leone XIII che apprezzava particolarmente
il suo approccio all’attività di evangelizzazione. “Abunas messias”, questo l’appellativo
con cui era noto in Europa come in Africa, ebbe un’intensa vita missionaria, soprattutto
nel periodo compreso tra il 1846, anno di fondazione del vicariato apostolico dei
Galla di cui fu nominato primo vicario da Gregorio XVI, e il 1880, quando rinunciò
definitivamente all’incarico. Grazie alle strategie che mise in atto nei rapporti
con le varie presenze religiose nell’Africa orientale, soprattutto con musulmani e
ortodossi, - rileva il porporato - rappresentò uno degli strumenti religiosi e diplomatici
fondamentali dell’azione missionaria pontificia nel continente africano. Ma la sua
figura fu importante anche per il mondo scientifico: ai suoi carteggi si attinse per
la prima esplorazione geografica post-risorgimentale italiana. Si spense a San Giorgio
al Cremano nel 1889 e 25 anni dopo fu intrapresa la causa della beatificazione, improvvisamente
interrotta da Benedetto XV nel 1916. Fu riavviata solo in tempi recenti, nel 1993,
per specifica determinazione espressa da Giovanni Paolo II presso il prefetto della
Congregazione delle Cause dei Santi. (R.B.)