2008-12-13 16:10:22

Convegno internazionale sui diritti delle donne all'Angelicum


Per celebrare i 60 anni dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, elaborata dall’Onu nel 1948, presso la Pontificia università “Angelicum” di Roma si è svolto il convegno internazionale “Women and human rights” sui diritti delle donne, in tema di nuove sfide per i diritti umani. Premessa al dibattito, l’impossibilità di separare il concetto cristiano di persona dal rispetto sacrale della vita. Di particolare rilevanza sono stati gli interventi di Janne Matlary, ordinario di Scienze politiche all’università di Oslo e componente della Pontificia commissione Giustizia e Pace, e di Cherie Blair, moglie dell’ex premier britannico, ma soprattutto fondatrice delle Matrix Chambers di Londra, istituzione specializzata nella difesa legale dei diritti umani. La prima ha sottolineato come troppo spesso le democrazie occidentali abbiano sacrificato alcuni diritti inviolabili alle logiche politiche e ha evidenziato come siano proprio madri e figli a vivere sovente situazioni di abbandono ed emarginazione. La seconda, invece, ha posto l’accento sul tema dell’aborto, rimarcando come la cultura cristiana sia necessaria a rafforzare i principi alla base della dichiarazione del ’48 perché non fonda la dignità dell’uomo solo su un presupposto giuridico e filosofico, ma sul concetto della sua creazione a immagine e somiglianza di Dio. È seguita, poi, una tavola rotonda cui hanno partecipato le rappresentanti di alcune congregazioni di suore domenicane che operano in varie parti del mondo nel sociale e nella difesa dei diritti umani, costanti nell’impegno di rimuovere alla radice le cause dell’ingiustizia sociale: in America latina con il progetto colombiano “Compartir” per il sostegno economico e psicologico degli orfani e delle vedove della guerra civile e con le iniziative sull’istruzione in Bolivia; nell’America del nord con i progetti sull’integrazione degli emigranti e delle fasce più povere della popolazione; in Africa con la promozione della salute e della lotta all’Aids (soprattutto Nigeria, Tanzania e Benin); in Iraq con le iniziative connesse alla scolarizzazione sia dei cristiani che dei musulmani; in Vietnam a contatto con le donne vittime di violenza e commercio sessuale; nel Pacifico con il sostegno agli emigranti e all’integrazione degli aborigeni australiani. (R.B.)







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