2008-12-12 15:25:29

L’episcopato boliviano in difesa della libertà di stampa


In un comunicato dell’episcopato della Bolivia, a firma di mons. Cristóbal Bialasik, vescovo di Oruro e attuale presidente della Commissione episcopale per le comunicazioni sociali, si esprime perplessità e preoccupazione di fronte al fatto che il Presidente della Repubblica abbia attaccato pubblicamente alcuni giornalisti con un “comportamento sproporzionato, usando gesti ed espressioni umilianti, intimidazione e minacce”. “La Chiesa cattolica, si legge nel comunicato, rifiuta l’autoritarismo e l’abuso di potere” in difesa dell’esercizio, adeguato e responsabile, della libertà di espressione e dello stato di diritto”. Mons. Cristóbal Bialasik ritiene opportuno rilevare che in un Paese democratico, tutti i membri della società e del potere devono agire con rispetto “e con una condotta proporzionale alla funzione pubblica che si ricopre”. Quindi, nel comunicato si esprime “solidarietà ai giornalisti aggrediti e ai due quotidiani attaccati – El Periodico e La Prensa – così come verso ogni mezzo di comunicazione oggetto di aggressione”. La nota, in conclusione, ricorda che di fronte agli eccessi nell’esercizio della libertà di stampa occorre far ricorso alla denuncia e al chiarimento usando però “i canali stabiliti nella legislazione vigente”. In un secondo comunicato ieri la Conferenza episcopale boliviana ha “condannato con forza” i fatti di violenza che hanno visto come vittime, lo scorso 10 dicembre, due sacerdoti passionisti nel quartiere Hamas della città di Santa Cruz. Si tratta di un’ ulteriore “dimostrazione, prosegue il comunicato, dello stato di insicurezza e vulnerabilità che colpisce la cittadinanza”. Si è di fronte “alla perdita dei valori dell’onestà e del rispetto per la vita così come di fronte ai limiti del nostro sistema di sicurezza e giustizia chiamato a preservare l’integrità delle persone e dei beni”; beni che tra l’altro, si ricorda nel comunicato, “sono al servizio dell’intera comunità, ragion per cui il danno subìto è ancora più grave”. I vescovi della Bolivia, infine, esprimono vicinanza e solidarietà alla congregazione dei Padri passionisti incoraggiandoli a “continuare la loro importante azione evangelizzatrice” e allo stesso tempo rinnovano un appello alle autorità “affinché siano chiariti i fatti denunciati, raddoppiando gli sforzi in favore della prevenzione onde evitare atti che accrescano il timore e l’incertezza della comunità”. (A cura di Luis Badilla)







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