2008-12-12 15:18:01

Il senato Usa boccia il piano di aiuti al settore auto


Il senato americano non ha trovato l'accordo sul piano di salvataggio delle industrie automobilistiche, individuato in 15 miliardi di dollari. I senatori repubblicani hanno infatti detto no ai fondi pubblici per i tre colossi dell'auto, General Motors, Chrysler e Ford. I timori ora sono tutti per Wall Street, mentre le piazze europee sono stamani tutte in negativo. Sul fronte asiatico, la Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta con un passivo del 5,56%. Sulle possibili ricadute di questo mancato accordo negli Stati Uniti, Salvatore Sabatino ha intervistato Mario Deaglio, docente di Economia internazionale presso l’università di Torino:RealAudioMP3

R. – Direi che le conseguenze saranno molto gravi. Si stima che negli Stati Uniti General Motors voglia dire qualcosa come 2 milioni di lavoratori, tra i lavoratori direttamente dipendenti dalla casa automobilista e l’indotto. E nel resto del mondo, ci sono un altro milione di posti di lavoro a rischio, perché la General Motors è un colosso mondiale e ha molte società controllate, filiali e così via, all’estero.

 
D. – Dobbiamo dire che questo è anche un momento molto particolare negli Stati Uniti dal punto di vista politico: il 20 gennaio entrerà, come nuovo inquilino alla Casa Bianca, Barack Obama, su cui ci sono moltissime aspettative. Quali risposte ci possiamo aspettare dalla nuova amministrazione?

 
R. – Io penso che la nuova amministrazione avrà delle forti difficoltà, perché la posizione di non concedere il prestito così non è del tutto illogica. Per che cosa sarebbe stato concesso questo prestito gigantesco di 15 miliardi di dollari? Per continuare a produrre delle automobili che non si vendono. Quindi, come tale è difficile giocare una partita credibile. Più credibile è il programma di medio termine della nuova amministrazione che sembra essere una specie di riconversione di tutta l’economia americana su basi nuove di tipo energetico, ecologico, più rispettoso dell’ambiente. Quindi, gli stessi soldi potrebbero essere dati alle stesse case automobilistiche o a chi verrà dopo di loro per studiare e lanciare nuovi modelli da energia solare, modelli ad auto elettrica, modelli con la fusione dell’idrogeno e così via, non solo nelle auto, ma anche nuovi modelli di vita, nuovi modelli di abitazione. Quindi, questo sembra essere il piano del nuovo presidente. E’ un piano difficilissimo da valutare. Il nuovo presidente stima che si potranno creare 2 milioni e mezzo di posti di lavoro in due anni. Se così fosse, non basta ad evitare due anni di crisi, anche se l’attenua, naturalmente.







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