Il commento di padre Lombardi all'Istruzione della Congregazione per la Dottrina della
Fede
Sul nuovo documento vaticano ascoltiamo una riflessione del direttore della Sala Stampa
della Santa Sede padre Federico Lombardi:
Il nuovo
documento vaticano sulla bioetica può dare – a una prima lettura superficiale – l’impressione
di essere una raccolta di divieti, di “no”. Ma non è così. E’ fondato, a partire dal
titolo stesso, sull’affermazione fondamentale della “dignità della persona umana”,
e continua con tutta una serie di affermazioni positive sulla dignità del matrimonio
e dell’unione personale degli sposi nel dare origine alla vita, sui risultati positivi
della scienza nel superare le patologie dell’infertilità, sulla ricerca e l’uso terapeutico
delle cellule staminali adulte, e così via.
In un
contesto pieno di gravi e fondate preoccupazioni per i rischi di manipolazione della
vita umana grazie alle nuove possibilità offerte dalle scienze biologiche e mediche,
il documento “Dignitas personae” si presenta come un potente fascio di luce e una
sorgente di fiducia. Con un’impostazione chiara e comprensibile, grazie all’affermazione
di pochi principi essenziali, riesce a condurre un discernimento etico sicuro su tutta
una serie di situazioni complesse, oggi molto discusse non solo a livello scientifico,
ma anche di opinione pubblica e di vita comune.
I
principi sono questi: il rispetto dell’essere umano fin dal suo concepimento e il
rispetto della trasmissione della vita tramite l’unione fra i coniugi. Sono principi
che possono essere compresi da tutti, ma sono confortati dalla visione cristiana dell’uomo.
La Chiesa ritiene di dover essere coraggiosa e decisa nell’affermarli. La continuità
dello sviluppo dell’essere umano fin dal concepimento non permette incertezze nella
difesa dell’embrione e della sua dignità. Così pure, ogni essere umano ha diritto
a nascere dall’unione di due genitori e di non essere prodotto su ordinazione in laboratorio
dall’abilità tecnica di un medico.
E’ una posizione
in favore di esseri umani piccoli e deboli, che non hanno voce e che oggi – in verità
– non trovano molti che parlino in loro favore. E’ una posizione che è richiesta dall’attuale
sviluppo della biologia e della medicina applicata ai problemi dell’inizio della vita
umana, ed è lungimirante. Dà un contributo non solo lecito, ma doveroso, per orientare
in senso positivo l’impegno della ricerca e della medicina. I grandi risultati che
si stanno ottenendo dall’impiego delle cellule staminali adulte – cordialmente incoraggiato
dall’etica cattolica – ne sono un esempio molto illuminante.
Dunque,
non si tratta in nessun modo di un “alt” all’impegno della scienza in favore della
vita, ma al contrario, di una serie di indicazioni di percorso perché la scienza sia
veramente al servizio della vita e non della morte o dell’arbitraria e pericolosa
manipolazione delle persone umane. E’ un contributo coraggioso, appassionato e convinto,
per una nobile causa.