2008-12-06 15:30:51

Mons. Mamberti all’Osce: i diritti umani siano non solo proclamati ma anche rispettati


L’intolleranza verso i cristiani, l’eliminazione degli armamenti, la difficile situazione nel Caucaso, la piaga del traffico di esseri umani: sono alcuni dei temi forti toccati dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, nell’intervento al 16.mo Consiglio ministeriale dell’Osce, tenutosi in questi giorni ad Helsinki. Il presule ha inoltre esortato gli Stati che fanno parte dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea a prestare attenzione all’attuale crisi economica-finanziaria. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
 
A 60 anni dall’adozione della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, la Chiesa cattolica “lotta per garantire che i diritti umani non vengano soltanto proclamati, ma anche rispettati”. E’ quanto ribadito al Consiglio ministeriale dell’Osce dall’arcivescovo Dominique Mamberti che ha messo l’accento, in particolare, sul diritto alla libertà religiosa. La Santa Sede, ha affermato, “richiede che sia rispettato universalmente e guarda con preoccupazione ai sempre più frequenti episodi di violenza e ai costanti atti di discriminazione e di intolleranza contro i cristiani e i membri di altre religioni”. Ed ha aggiunto: “L'odio non può trovare giustificazione fra coloro che definiscono Dio “nostro Padre”. Questo è un altro motivo per cui Dio non si può mai escludere dall'orizzonte della persona umana e della storia”. “Il nome di Dio – ha ribadito - è un nome di giustizia. È un appello urgente alla pace”.

 
Mons. Mamberti ha quindi espresso la sua preoccupazione per il “deterioramento” di quelle “condizioni di fiducia e di sicurezza che sono state la base di relazioni e negoziati fra gli Stati”. Le crisi attuali nell’area Osce, ha precisato, “potrebbero portare inevitabilmente al peggioramento della qualità della vita e delle aspettative legittime dei cittadini di Stati sovrani”. In Georgia, ha avvertito il presule, “la situazione nelle aree di conflitto e in quelle circostanti resta instabile”. La stagione invernale, ha proseguito, “ha lanciato nuove sfide e la Santa Sede è particolarmente preoccupata per il ritorno alle proprie abitazioni degli sfollati all’interno del Paese”. Ed ha incoraggiato l’Osce nel suo impegno per “l’eliminazione dei rischi legati a eccessivi stoccaggi di armamenti leggeri e di armi convenzionali, la sua lotta contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa e, non da ultimo, le sue iniziative nella lotta al terrorismo”.

 
L’arcivescovo Mamberti ha quindi esortato l’Osce a “prestare attenzione all’attuale crisi economica e finanziaria che – ha detto – colpisce la vita di tutti, in particolare dei più vulnerabili”. Una parte importante del discorso, è stata dedicata da mons. Mamberti alla “piaga del traffico di essere umani”. Un fenomeno sociale, ha rilevato, “pluridimensionale”, “di povertà, avidità, corruzione, ingiustizia e oppressione che si manifesta con lo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato, la schiavitù e il reclutamento di minori per il conflitto armato”. Un fenomeno, ha proseguito, che ha anche cause economiche, politiche e socio-culturali. D’altro canto, è stato il suo richiamo, “la globalizzazione e l’aumentato movimento di persone possono anche rendere gruppi vulnerabili” come donne e giovani, “preda più facile dei trafficanti” che non hanno alcun riguardo per la dignità della persona umana. Né ha mancato di mettere in guardia dalla “banalizzazione della sessualità” nei mass media che “conduce il declino dei valori morali e conduca al degrado di uomini e donne e anche all’abuso dei bambini”. Mons. Mamberti ha quindi garantito il pieno sostegno della Santa Sede "agli sforzi dell'Osce per eliminare la piaga del traffico di persone, in particolare di donne e bambini, della prostituzione e del lavoro forzato".







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