2008-12-06 16:33:29

Il cardinale Tettamanzi: rilanciare il dialogo a Milano


“Vorrei riflettere con voi sul fondamentale tema del dialogo, vera e propria emergenza del nostro tempo, a Milano e non solo”. Con queste parole il cardinale arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha introdotto il “discorso alla città” pronunciato ieri nella cattedrale milanese di Sant’Ambrogio. “Sappiamo dialogare a Milano?”, si è chiesto l’arcivescovo del capoluogo lombardo, per rispondere con la sua esperienza: “Osservando la nostra città – ha rilevato - ricavo sempre di più l’immagine di una grande città fatta da tante piccole isole, spesso non comunicanti tra di loro”. È necessario, ha auspicato il porporato, ripreso dal Sir, “un approccio culturale nuovo nei confronti degli immigrati, così che gli interventi nei loro confronti non si risolvano con la delega a chi si occupa di assistenza e non siano motivati solo da provvedimenti d’emergenza”. Tutti “abbiamo bisogno di luoghi di preghiera in tutti i quartieri della città. Ne hanno un bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse da quella cristiana, in modo particolare all’islam”, ha aggiunto. Secondo il cardinale Tettamanzi è “una ferita” alla città “il clima che si respira”, che è quello “dello scontro, non invece dell’incontro, del desiderio e della ricerca di un dialogo libero e attento”. In questo clima, ha osservato il cardinale, “tutti ci scopriamo più soli, in un isolamento che preclude ogni possibile incontro”. E invece “il frutto maturo del dialogo” è piuttosto “un mettersi l’uno accanto all’altro, dichiarandosi reciprocamente la volontà di guardare avanti, l’impegno di fare ciascuno la propria parte per il bene comune”. La politica, a giudizio del cardinale Tettamanzi, “merita attenzione e fiducia. Ma richiede partecipazione”. Il discorso del porporato si è concluso con un accenno al grande evento che ospiterà il capoluogo lombardo: l’Expo 2015 che “rappresenta una vera e propria occasione di dialogo per la città al suo interno”. La manifestazione, ha detto il porporato, coinvolga tutti i volti della città: “La cultura e l’arte, la ricerca scientifica e tecnologica, l’imprenditoria e il mondo del lavoro, la medicina e i servizi alla salute, l’associazionismo e il volontariato, la scuola e le realtà educative, la Chiesa. Sì, anche la Chiesa ambrosiana. E con essa tutte le Chiese e le religioni presenti a Milano”. (V.V.)







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