Il cardinale Tettamanzi: rilanciare il dialogo a Milano
“Vorrei riflettere con voi sul fondamentale tema del dialogo, vera e propria emergenza
del nostro tempo, a Milano e non solo”. Con queste parole il cardinale arcivescovo
di Milano Dionigi Tettamanzi ha introdotto il “discorso alla città” pronunciato ieri
nella cattedrale milanese di Sant’Ambrogio. “Sappiamo dialogare a Milano?”, si è chiesto
l’arcivescovo del capoluogo lombardo, per rispondere con la sua esperienza: “Osservando
la nostra città – ha rilevato - ricavo sempre di più l’immagine di una grande città
fatta da tante piccole isole, spesso non comunicanti tra di loro”. È necessario, ha
auspicato il porporato, ripreso dal Sir, “un approccio culturale nuovo nei confronti
degli immigrati, così che gli interventi nei loro confronti non si risolvano con la
delega a chi si occupa di assistenza e non siano motivati solo da provvedimenti d’emergenza”.
Tutti “abbiamo bisogno di luoghi di preghiera in tutti i quartieri della città. Ne
hanno un bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse
da quella cristiana, in modo particolare all’islam”, ha aggiunto. Secondo il cardinale
Tettamanzi è “una ferita” alla città “il clima che si respira”, che è quello “dello
scontro, non invece dell’incontro, del desiderio e della ricerca di un dialogo libero
e attento”. In questo clima, ha osservato il cardinale, “tutti ci scopriamo più soli,
in un isolamento che preclude ogni possibile incontro”. E invece “il frutto maturo
del dialogo” è piuttosto “un mettersi l’uno accanto all’altro, dichiarandosi reciprocamente
la volontà di guardare avanti, l’impegno di fare ciascuno la propria parte per il
bene comune”. La politica, a giudizio del cardinale Tettamanzi, “merita attenzione
e fiducia. Ma richiede partecipazione”. Il discorso del porporato si è concluso con
un accenno al grande evento che ospiterà il capoluogo lombardo: l’Expo 2015 che “rappresenta
una vera e propria occasione di dialogo per la città al suo interno”. La manifestazione,
ha detto il porporato, coinvolga tutti i volti della città: “La cultura e l’arte,
la ricerca scientifica e tecnologica, l’imprenditoria e il mondo del lavoro, la medicina
e i servizi alla salute, l’associazionismo e il volontariato, la scuola e le realtà
educative, la Chiesa. Sì, anche la Chiesa ambrosiana. E con essa tutte le Chiese e
le religioni presenti a Milano”. (V.V.)