Zimbabwe: 300mila persone a rischio per il colera. Inflazione alle stelle
E' disastrosa la situazione umanitaria dello Zimbabwe, dove un’epidemia di colera
senza precedenti ha provocato la morte di almeno 560 persone e ne minaccia altre 300mila.
Questa nuova emergenza s’innesta su un’altrettanto catastrofica situazione politica
ed economica. Il tasso d’inflazione annuo nel Paese africano ha raggiunto ormai cifre
esorbitanti e il sistema monetario è giunto al collasso. A peggiorare la crisi, anche
la decisione della Banca centrale di Harare di emettere nuovi biglietti da 100milioni
di dollari locali. Ma quali sono gli elementi che possono determinare tali fenomeni
d’iperinflazione e come si contrastano? Stefano Leszczynski lo ha chiesto all’economista
Giacomo Vaciago:
R. – Tipicamente,
perdere una guerra o gravi crisi sociali, che si pensa di superare stampando moneta
e quindi ci si può illudere che questo sia un modo per risolvere i problemi del Paese.
Ovviamente non è vero e quindi, man mano che si stampa moneta, i prezzi salgono, fino
a prendere una dinamica, appunto, accelerata che rappresenta, poi, la fine del sistema
monetario.
D. – E’ possibile che, da questa situazione, si riesca
a tornare ad un sistema florido? E’ un processo molto lungo?
R.
– Chiaramente, il problema richiede un compromesso sociale tra le principali forze
politiche, richiede il reinserimento di una democrazia elementare, almeno accettare
che si vada a votare per scegliere un governo. Allora, alcune di queste regole fondamentali
del vivere civile, vanno ripristinate.
D. – Lascia perplessi la
decisione del governatore della Banca centrale dello Zimbabwe di assicurare alla popolazione
più liquidità per le feste natalizie. Questo è l’obiettivo delle nuove banconote da
100 milioni di dollari zimbabwani?
R. – Aggiungere “zeri”, non
risolve nessun problema. La gente ha bisogno di “carta” per fare la spesa ma, fondamentalmente,
questo significa che nell’economia le regole del buon mercato non ci sono. Quindi,
l’intera economia funziona come un’economia di baratto, scambi pezzi di carta pensando
che dentro ci sia però un chilo di carne, un litro di latte.
D.
– Cos’è che garantisce il valore della moneta?
R. – Lo garantisce
la forza economica del Paese. Alla fine, la moneta di un Paese è il termometro di
quanto vale quel Paese, non più le riserve che aveva la Banca centrale. E’ chiaro
che all’interno del Paese, il valore della moneta è misurato dal suo potere d’acquisto,
quanti beni la massaia porta a casa con quelle banconote quando le spende nei negozi.
In
Burundi, invece, è finalmente accordo per il cessate il fuoco tra governo e ribelli
delle Forze Nazionali di Liberazione. Al termine di un vertice a Bujumbura sono stati
rimossi gli ostacoli che impedivano gli accordi di pace, tra cui la ripartizione del
potere politico e militare.Il Paese africano – lo ricordiamo – ha affrontato una lunga
guerra civile, cominciata nel ‘93, che ha provocato 300 mila morti.