Miglioramenti evidenti, cauto ottimismo per il futuro, ma anche rimproveri equamente
distribuiti. Al termine di un viaggio che lo ha portato in Sudan e Ciad, John Holmes,
vice-segretario generale dell’ONU per gli affari umanitari, ha fatto il punto della
situazione di due Paesi le cui vicende si sono spesso intrecciate negli ultimi anni.
Per quanto riguarda il Sudan, Holmes ha criticato sia il governo che i gruppi ribelli
attivi nella regione del Darfur per le continue violazioni di diritti umani, richiamandoli
al rispetto degli accordi e a porre fine a quelli che ha definito atti di banditismo:
“Il governo è ampiamente criticabile – ha detto Holmes, ripreso dall'agenzia Misna,
- per le violazioni ai diritti umani, il mancato disarmo delle sue milizie, per non
facilitare con costanza le operazioni di aiuto, e per dichiarare un cessate-il-fuoco
violandolo subito dopo; ma anche i ribelli – ha aggiunto – non sono mai stati inclini
a impegnarsi nel processo politico e avrei molte domande a cui dovrebbero rispondere”.
Tuttavia, secondo il rappresentante dell’ONU c’è spazio per poter vedere rapidi cambiamenti
sul terreno e un maggiore rispetto delle popolazioni civili, e ci sono anche buone
notizie: 12.000 chilometri di strade sminate e tornate agibili, 3000 accessi all’acqua
potabile messi in servizio, quasi due milioni e mezzo di sfollati tornati ai villaggi
di origine. Più ottimismo invece sugli sviluppi politici nel Ciad: “Ho lasciato il
paese con prospettive di futuro migliori – ha detto ancora Holmes in un rapporto consegnato
al Consiglio di sicurezza dell’ONU – con promesse di maggior impegno in termini umanitari.
Esiste il rischio di rapidi peggioramenti ma proprio per questo motivo la comunità
internazionale deve restare vigile e fornire il suo aiuto”. (V.V.)