Mons. Marchetto: turismo religioso e pellegrinaggi aiutano i cristiani perseguitati
Il turismo religioso e i pellegrinaggi possono aiutare i cristiani perseguitati. E’
quanto in sintesi ha affermato l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio
Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, incontrando stamani,
all’Università romana di Tor Vergata, gli studenti di un Master in Economia e Management
delle attività turistiche e culturali. Il presule ha svolto il suo intervento sul
tema “La Chiesa e il turismo religioso”. Il servizio di Sergio Centofanti. Mons.
Marchetto ha rilevato che “purtroppo … in alcune nazioni vi sono chiese o cappelle
o affreschi a carattere religioso, d’interesse storico e artistico, che sono vietati
al pubblico per carenza di personale e mezzi o per disposizione delle autorità civili.
La pressione ‘turistica’ può rivelarsi quindi un’opportunità per farli aprire e tutelare,
con beneficio spirituale ed economico dei residenti”. Si è fatto quindi “portavoce
dell’accorata invocazione che … giunge di frequente da tanti fratelli e sorelle, che
vivono in Paesi dove non possono svolgere, come vorrebbero, il loro servizio pastorale
o si trovano in situazione di estrema difficoltà a causa dell’intolleranza religiosa,
sfociata recentemente anche in violenti fatti di sangue. Essi ci chiedono implicitamente
di visitarli per sostenere le loro comunità di fede”.
Mons.
Marchetto ha poi distinto turismo religioso e pellegrinaggio chiedendo agli operatori
di evitare la “turistificazione” dei luoghi sacri. Compito della comunità ecclesiale
è quello di accogliere quanti visitano questi luoghi, magari senza credere, testimoniando
l’amore di Dio. “Il turismo religioso – ha aggiunto - è destinato a crescere, indipendentemente
dalla difficile situazione economica attuale che penalizza i consumi di fascia bassa.
A livello universale, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2007 vi sono
stati 330 milioni di viaggiatori verso luoghi della fede, e nella sola Italia 40 milioni.
Inoltre è stato rilevato che i pellegrini in senso stretto ai luoghi religiosi costituiscono
il 53% dei visitatori, mentre un bacino di utenza molto più vasto di viaggiatori vi
si reca per motivi culturali o anche solo per curiosità”. “Non svendiamo i santi –
ha proseguito il presule - cioè il nostro patrimonio culturale… promuoviamo piuttosto
il patrimonio religioso in modo intelligente e coerente”. Infatti – ha concluso mons.
Marchetto – “c’è un ritorno al senso della bellezza che può condurre a Dio”.