2008-12-04 15:00:51

Al via in Orissa una missione di pace formata da indù e cristiani


L’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, mons. Raphael Cheenath, ha auspicato che la missione di pace, guidata da funzionari indiani, persuada le comunità indù a riconciliarsi con i loro vicini cristiani. La missione, composta da 150 persone, coinvolge insegnanti e funzionari sia nell’Orissa sia a Nuova Delhi. L’obiettivo è di incontrare la gente e di fugare le paure suscitate dai militanti indù che dipingono i cristiani come una minaccia allo stile di vita locale, con lo scopo di convertire le persone. Secondo l'arcivescovo, la missione offre un raro raggio di speranza, anche perché è composta sia da indù che da cristiani. Mons. Raphael Cheenath denuncia anche che “continua la persecuzione dei cristiani nello Stato indiano di Orissa, nell’indifferenza delle autorità”. “Almeno 11 mila cristiani - spiega al Sir - sono ancora nei campi di raccolta nel distretto di Kandhamal e diverse migliaia in altri distretti, senza contare quelli che sono fuggiti in altri stati dell’India a casa di parenti o conoscenti. Tutti temono nuove violenze se dovessero tornare ai loro villaggi”, prosegue il presule. Al picco della persecuzione, successiva all’assassinio il 23 agosto scorso di un leader induista radicale di cui erano stati accusati i cristiani nonostante i guerriglieri maoisti avessero rivendicato l’uccisione, sono stati una cinquantina le vittime e 50 mila i profughi. Lutti e incertezza, frutto della violenza scatenata da gruppi indù legati a poteri economici e politici che vedono nell’impegno dei cristiani per la giustizia e l’uguaglianza un pericolo alla loro supremazia. “Per Natale – prosegue mons. Cheenath - i nostri persecutori hanno già annunciato nuove iniziative contro di noi. Per tanti che attendono di poter tornare e per molti che sono rimasti a vivere nell’incertezza, il messaggio degli estremisti è chiaro: solo la riconversione all’induismo potrà salvarvi!”. (R.P.)







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