2008-12-03 15:37:25

Conferenza di Doha sul finanziamento allo sviluppo: delusione delle Ong


Delusione per la dichiarazione finale della Conferenza sul finanziamento allo sviluppo che si è conclusa ieri a Doha. Non hanno partecipato la maggior parte dei leader mondiali e i vertici delle istituzioni finanziarie internazionali. E non sono emerse risposte sul destino di milioni di poveri. La denuncia arriva dai rappresentanti delle oltre 250 Ong che hanno preso parte alla Conferenza in Qatar. Fausta Speranza ha intervistato Sergio Marelli, presidente delle Ong italiane:RealAudioMP3

R. – Quello che è uscito fondamentalmente è la conferma degli impegni che erano stati assunti con la Conferenza di Monterrey del 2002. Ricordiamo che la Conferenza di Doha serviva esattamente per misurare e valutare i progressi compiuti in questi sei anni. Però, è come se non fosse successo nulla in questi anni. E’ come se noi non stessimo vivendo questo drammatico momento economico, questo tsunami finanziario. Voglio dire che sono stati confermati impegni che andavano bene sette anni fa, ma che sono assolutamente inadeguati oggi. La crisi finanziaria rischia – anzi probabilmente ormai è una certezza – di scaricare i costi in particolare sui più poveri e sugli emarginati. Il danno enorme causato da un mercato sregolato, non regolato, dai governi dei Paesi ricchi e dalle grandi banche centrali e internazionali, i costi di questa crisi economica alla fine verranno riversati sui Paesi poveri del mondo. Anche a Doha è stato confermato che di risorse per l’aiuto allo sviluppo, e quindi per sostenere gli sforzi di ripresa e di integrazione nel mercato e nell’economia globale di certi Paesi, non ce ne saranno, anzi sarà già un grande risultato se nei prossimi anni si manterranno le risorse attualmente stanziate.

 
D. – E’ stato preso un impegno preciso per un summit delle Nazioni Unite per discutere proprio di tutte queste questioni?

 
R. – Sì, diciamo che questa è sicuramente la luce di speranza che a Doha è emersa. Al termine di una conferenza che non ha dato i risultati sperati, una conferenza che non è stata appunto all’altezza delle aspettative, resta, dopo un lungo tira e molla da parte dei governi con il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, questo grande appuntamento che dovrà essere definito entro marzo del 2009 e che dovrà poi essere organizzato entro il prossimo anno. L’obiettivo è proprio affrontare le questioni legate agli impatti e agli effetti che questa crisi economica finanziaria avrà sui Paesi in via di sviluppo e sullo sviluppo sostenibile in quanto tale.

 
D. – Dott. Marelli, in definitiva, è possibile in questo momento capire quanto sarà alto il prezzo che pagheranno i Paesi in via di sviluppo per questa crisi?

 
R. – Qualche indicatore purtroppo lo abbiamo già. Uno per tutti: la Fao nel suo ultimo rapporto, che è stato presentato un mese fa e quindi proprio alla vigilia della Conferenza di Doha, ha già denunciato come crisi economica, crisi alimentare e crisi climatica, abbiano innalzato di 50 milioni di persone il numero degli uomini e delle donne che soffrono la fame nel mondo.

 
D. – Parliamo dell’Italia che sarà presidente del prossimo G8...

 
R. – L’Italia si appresta ad assumere la presidenza di un G8 che ormai è completamente delegittimato per la sua impotenza nell’affrontare gli effetti e gli impatti di questo tsunami finanziario, un G8 che già ha dovuto allargare i propri confini, i propri margini per includere i cosiddetti G20 e cioè le economie emergenti dei Paesi del sud del mondo. E bisogna dire che l'Italia, che si appresta a presiedere questo G8, lo fa con un dato a dir poco drammatico: il dimezzamento delle risorse stanziate per lo sviluppo e per la cooperazione internazionale, con lo 0,1 per cento del prodotto interno lordo, che propone la finanziaria del 2009. L’Italia ritorna ad essere tra gli ultimi nella graduatoria dei Paesi donatori.







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