Conferenza di Doha sul finanziamento allo sviluppo: delusione delle Ong
Delusione per la dichiarazione finale della Conferenza sul finanziamento allo sviluppo
che si è conclusa ieri a Doha. Non hanno partecipato la maggior parte dei leader mondiali
e i vertici delle istituzioni finanziarie internazionali. E non sono emerse risposte
sul destino di milioni di poveri. La denuncia arriva dai rappresentanti delle oltre
250 Ong che hanno preso parte alla Conferenza in Qatar. Fausta Speranza ha
intervistato Sergio Marelli, presidente delle Ong italiane:
R. – Quello
che è uscito fondamentalmente è la conferma degli impegni che erano stati assunti
con la Conferenza di Monterrey del 2002. Ricordiamo che la Conferenza di Doha serviva
esattamente per misurare e valutare i progressi compiuti in questi sei anni. Però,
è come se non fosse successo nulla in questi anni. E’ come se noi non stessimo vivendo
questo drammatico momento economico, questo tsunami finanziario. Voglio dire che sono
stati confermati impegni che andavano bene sette anni fa, ma che sono assolutamente
inadeguati oggi. La crisi finanziaria rischia – anzi probabilmente ormai è una certezza
– di scaricare i costi in particolare sui più poveri e sugli emarginati. Il danno
enorme causato da un mercato sregolato, non regolato, dai governi dei Paesi ricchi
e dalle grandi banche centrali e internazionali, i costi di questa crisi economica
alla fine verranno riversati sui Paesi poveri del mondo. Anche a Doha è stato confermato
che di risorse per l’aiuto allo sviluppo, e quindi per sostenere gli sforzi di ripresa
e di integrazione nel mercato e nell’economia globale di certi Paesi, non ce ne saranno,
anzi sarà già un grande risultato se nei prossimi anni si manterranno le risorse attualmente
stanziate.
D. – E’ stato preso un impegno preciso
per un summit delle Nazioni Unite per discutere proprio di tutte queste questioni?
R.
– Sì, diciamo che questa è sicuramente la luce di speranza che a Doha è emersa. Al
termine di una conferenza che non ha dato i risultati sperati, una conferenza che
non è stata appunto all’altezza delle aspettative, resta, dopo un lungo tira e molla
da parte dei governi con il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite,
questo grande appuntamento che dovrà essere definito entro marzo del 2009 e che dovrà
poi essere organizzato entro il prossimo anno. L’obiettivo è proprio affrontare le
questioni legate agli impatti e agli effetti che questa crisi economica finanziaria
avrà sui Paesi in via di sviluppo e sullo sviluppo sostenibile in quanto tale.
D.
– Dott. Marelli, in definitiva, è possibile in questo momento capire quanto sarà alto
il prezzo che pagheranno i Paesi in via di sviluppo per questa crisi?
R.
– Qualche indicatore purtroppo lo abbiamo già. Uno per tutti: la Fao nel suo ultimo
rapporto, che è stato presentato un mese fa e quindi proprio alla vigilia della Conferenza
di Doha, ha già denunciato come crisi economica, crisi alimentare e crisi climatica,
abbiano innalzato di 50 milioni di persone il numero degli uomini e delle donne che
soffrono la fame nel mondo.
D. – Parliamo dell’Italia
che sarà presidente del prossimo G8...
R. – L’Italia
si appresta ad assumere la presidenza di un G8 che ormai è completamente delegittimato
per la sua impotenza nell’affrontare gli effetti e gli impatti di questo tsunami finanziario,
un G8 che già ha dovuto allargare i propri confini, i propri margini per includere
i cosiddetti G20 e cioè le economie emergenti dei Paesi del sud del mondo. E bisogna
dire che l'Italia, che si appresta a presiedere questo G8, lo fa con un dato a dir
poco drammatico: il dimezzamento delle risorse stanziate per lo sviluppo e per la
cooperazione internazionale, con lo 0,1 per cento del prodotto interno lordo, che
propone la finanziaria del 2009. L’Italia ritorna ad essere tra gli ultimi nella graduatoria
dei Paesi donatori.