Benedetto XVI all’udienza generale: la venuta di Cristo è “il fiume di bene” e di
speranza che vince il male del peccato originale
Al “fiume del male” introdotto nella storia umana dal peccato originale del primo
Adamo, Dio ha opposto il “fiume di puro bene” con la venuta di suo Figlio, il “nuovo
Adamo”. E’ in quest’ottica - ha affermato Benedetto XVI nell’udienza generale di questa
mattina - che va compreso anche oggi il senso del peccato originale, segno della libertà
umana di optare per la violenza piuttosto che per l’amore. Davanti ai circa settemila
fedeli di tutti i continenti in Aula Paolo VI, il Papa ha invitato gli Istituti bancari
e di credito a essere solidali, in tempo di crisi economica, con le famiglie e le
fasce deboli della popolazione e a sostenere l’attività produttiva. Il servizio di
Alessandro De Carolis:
L’esordio
della storia della salvezza passa per un supremo atto di infedeltà della creatura
verso il suo Creatore. Un peccato, quello di Adamo, sul quale l’umanità di ogni epoca
ha riflettuto cercando di capire questo insondabile mistero e molto spesso di rimuoverlo,
in questo caso dimenticando - ha affermato Benedetto XVI - ciò che San Paolo ha invece
insegnato sin dalla prima ora della Chiesa:
“Al
centro della scena non si trova tanto Adamo con le conseguenze del peccato sull'umanità,
quanto Gesù Cristo e la grazia che, mediante Lui, è stata riversata in abbondanza
sull'umanità (…) Pertanto, il confronto che Paolo traccia tra Adamo e Cristo mette
in luce l’inferiorità del primo uomo rispetto alla prevalenza del secondo”. Ma,
si è chiesto il Papa, che cos’è il peccato originale? E soprattutto: è un’idea ancora
oggi sostenibile? C’è un “dato empirico” dal quale bisogna partire per comprendere
la grandezza del successivo disegno d’amore di Dio:
“Il
dato empirico è che esiste una contraddizione nel nostro essere. Da una parte ogni
uomo sa che deve fare il bene e intimamente lo vuole anche fare. Ma, nello stesso
tempo, sente anche l'altro impulso di fare il contrario, di seguire la strada dell'egoismo,
della violenza, di fare solo quanto gli piace anche sapendo di agire così contro il
bene, contro Dio e contro il prossimo”. Tanto
la visione antica precedente a Cristo, quanto quella atea successiva - ha spiegato
il Papa - hanno in sostanza asserito e ripetuto che sia il male sia il bene sono forze
che esistono da sempre e che l’uomo non può dominare ma solo subire. Ma, ha obiettato
Benedetto XVI:
“È una visione in fondo disperata:
se è così, il male è invincibile. Alla fine conta solo il proprio interesse. E ogni
progresso sarebbe necessariamente da pagare con un fiume di male e chi volesse servire
al progresso dovrebbe accettare di pagare questo prezzo. La politica, in fondo, è
impostata proprio su queste premesse: e ne vediamo gli effetti. Questo pensiero moderno
può, alla fine, solo creare tristezza e cinismo”. Del
resto, ha proseguito il Papa, le notizie di varia violenza che arrivano ogni giorno
dal mondo sono una conferma “innegabile” di quello che, ha detto il Pontefice, è “il
fiume sporco del male” entrato nella storia col peccato originale. Tuttavia, ciò che
conta - e che San Paolo insegna - non è tanto quel peccato originario in sé quanto
ciò che è accaduto dopo, dimostrazione che il male è una forza subordinata al bene
che è Dio:
“Dio ha introdotto la guarigione. È
entrato in persona nella storia. Alla permanente fonte del male ha opposto una fonte
di puro bene. Cristo crocifisso e risorto, nuovo Adamo, oppone al fiume sporco del
male un fiume di luce. E questo fiume è presente nelle storia: vediamo i santi, i
grandi santi ma anche gli umili santi, i semplici fedeli. Vediamo che il fiume di
luce che viene da Cristo è presente, è forte”. L’Avvento,
in fondo, è il supremo mistero d’amore che risponde al mistero del male. E questa
consapevolezza ha fatto scaturire dal cuore di Benedetto XVI questa preghiera spontanea:
"Vieni
Gesù; vieni, dà forza alla luce e al bene; vieni dove domina la menzogna, l'ignoranza
di Dio, la violenza, l'ingiustizia; vieni, Signore Gesù, dà forza al bene nel mondo
e aiutaci a essere portatori della tua luce, operatori della pace, testimoni della
verità. Vieni Signore Gesù!". Dopo
la sintesi della catechesi nelle diverse lingue, il Papa si è come di consueto dedicato
ai saluti particolari dei gruppi presenti all’udienza generale. Oltre alla gratitudine
verso la Federazione Italiana Panificatori e Pasticceri, che ha donato dei panettoni
natalizi destinati alle opere di carità del Papa, Benedetto XVI ha rivolto questo
pensiero alla delegazione della Banca di Credito Cooperativo del Lamentino:
“La
vostra presenza, cari amici, mi offre l’opportunità per porre in luce, specialmente
in questo tempo di difficoltà per tante famiglie, uno degli obiettivi primari degli
Istituti bancari e di credito, e cioè la solidarietà nei confronti delle fasce più
deboli e il sostegno all’attività produttiva”.