Una finanza sostenibile per uno sviluppo sostenibile: alla Conferenza di Doha mons.
Migliore chiede di rispettare la voce dei più poveri
La crisi finanziaria e le minacce del terrorismo non devono distogliere l’attenzione
della comunità internazionale dai bisogni dei più poveri nel mondo. Cosi si è espresso
l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni
Unite di New York, nel suo intervento di ieri alla Conferenza di Doha, nel Qatar,
convocata dall’ONU per dibattere sul tema del finanziamento allo sviluppo. Il servizio
di Roberta Gisotti.
Sopra le
nostre teste a Doha incombe una nube, ha esordito l’arcivescovo Celestino Migliore:
è “l’ansia per le conseguenze economiche e politiche di una crisi finanziaria senza
precedenti e la persistente devastante presenza del terrorismo, come evidenziato dai
tragici eventi di Munbai, in India”. “Queste crisi - ha osservato il presule - rappresentano
un'enorme sfida” per trovare modo di occuparsi dei più bisognosi.
“Alle
sue radici - ha chiarito l’osservatore permanente della Santa Sede - la crisi finanziaria
non è un fallimento d’ingegnosità umana, ma piuttosto di condotta morale”. E purtroppo
oggi si vedono “gli effetti di tale cupidigia di breve termine e mancanza di prudenza”,
cosicché quelli che da poco erano usciti dall’estrema povertà probabilmente ora vi
ricadranno”.
“Noi spesso parliamo - ha proseguito
mons. Migliore - di sviluppo sostenibile” per soddisfare “le necessità del presente
senza compromettere la capacità per le future generazione di soddisfare le loro necessità”.
“Allo stesso modo - ha sostenuto il presule - la finanza sostenibile dovrebbe soddisfare
le necessità presenti del capitale, assicurando insieme la preservazione e l’incremento
delle risorse a lungo termine”. Da qui, l’auspicio della Santa Sede perché “il principio
di uno sviluppo finanziario sostenibile sia applicato ai mercati finanziari”. Questa
è la grande sfida della Conferenza di Doha: “Niente meno che assicurare, in modo sostenibile,
il finanziamento per lo sviluppo”.
Infine, un richiamo
alla comunità internazionale perché rispetti “le voci di quei Paesi e individui che
hanno maggior bisogno di assistenza finanziaria”. Cosi anche mons. Migliore ha sollecitato
che sia ridefinito il ruolo delle istituzioni Bretton Woods e cosi pure i cosiddetti
G8 e G20 ascoltino le voci di quelli che hanno di maggior bisogno assistenza nello
sviluppo.